La trasmissione Ore 14 di Rai 2 è tornata ad occuparsi un’altra volta dell’omicidio della 18enne Sara Centelleghe ordito dal reo confesso 19enne Jashan Deep Badhan che fino ad ora – arrestato dagli inquirenti e sottoposto ad interrogatorio – non ha saputo dare alcuna reale spiegazione dell’accaduto limitandosi a dire di non sapere il motivo per cui abbia impugnato la forbice e colpito la giovane vittima per 30 volte: proprio questa mattina l’indagato per l’omicidio di Sara Centelleghe avrebbe detto al Gip che “ho perso per un attimo la testa” lasciando aperte le più disparate ipotesi sul movente effettivo.
Tornando un attimo indietro, è interessante ricordare che attualmente tutto ciò che sappiamo è che Sara Centelleghe sarebbe stata sorpresa nella notte tra venerdì e sabato dopo aver attirato fuori dall’abitazione l’amica della vittima che si trovava con lei in quel momento: l’appuntamento prevedeva uno scambio di droga, che non ci sarebbe mai stato dato che Jashan Deep Badhan è sgattaiolato dentro al trilocale in cui si trovava Sara prima di aggredirla inizialmente a pugni e – poi – con le 30 coltellate; allontanandosi infine dalla scena lasciando parecchie impronte lungo il tragitto.
Il legale dell’assassino di Sara Centelleghe: “La situazione gli è sfuggita di mano, non sa perché l’ha fatto”
Un omicidio – insomma – che pare essere stato attentamente progettato, prima attirando l’amica di Sara Centelleghe, poi introducendosi nell’abitazione senza fare rumore ed infine nascondendo agli inquirenti (ricollegandola al suo lavoro) la ferita alla mano che si è procurato aggredendo la 18enne; mentre il suo legale – Fausto Micheli – interpellato da Ore 14 ha confermato che per ora non ci sarebbero “risposte sul movente”, precisando che il suo assistito “non si capacita di aver fatto questo gesto“.
Ai microfoni del programma di Rai 2, il legale dell’assassino di Sara Centelleghe ha spiegato che Badhan si sarebbe diretto in quell’abitazione “per comprare il fumo“, sottolineando che vittima e aggressore “si conoscevano solamente di vista” e negando fermamente l’ipotesi di “un movente sessuale” si è limitato a definire l’accaduto “una situazione che gli è sfuggita di mano”: dal conto suo Micheli ritiene che l’omicidio sia da ascrivere ad “un caso da psicoanalisi” che dovrà essere delimitato da un eventuale perito, sostenendo che – dal conto suo – Badhan “ha bisogno di un sostegno” al punto che avrebbe chiesto che sia affiancato “ad uno psicologo”.