3 anni fa la ginecologa 31enne Sara Pedri scompariva nel nulla, il corpo mai ritrovato nonostante mesi di ricerche e il sospetto, poi sfociato in una battaglia legale della famiglia, di pressioni insostenibili sul posto di lavoro, all’ospedale Santa Chiara di Trento, prima della sparizione avvenuta il 4 maggio 2021 nel cuore della Val di Non. Oggi la sorella Emanuela ribadisce la volontà di arrivare alla verità nonostante lo stop alle indagini per ritrovarla. In una intervista rilasciata al Corriere della Sera, tutto il dolore di una famiglia che vive nel limbo di interrogativi ancora senza risposta.
“Non aver mai potuto rivedere il suo corpo non ci ha permesso ancora di chiudere il cerchio. E nella sua stanza, qui a Forlì, c’è ancora il suo odore“. “Abbiamo costituito un’associazione nazionale antimobbing – ha dichiarato la sorella di Sara Pedri al quotidiano –, l’Aps ‘Nostos’, pa-rola greca che significa ‘viaggio’. Come quello di Ulisse nell’Odissea, un viaggio verso casa, verso il nostro io interiore, da ricercare quando il lavoro è logorante e ci sentiamo denigrati. Io sarò la presidente, la mia vice sarà Gabriella Marano, la psicologa che ha fatto la perizia di Sara. Sarà vice anche Nicodemo Gentile, il nostro legale“.
La storia di Sara Pedri, ginecologa scomparsa nel 2021 in Trentino e mai ritrovata
La storia di Sara Pedri è un caso irrisolto da 3 anni, da quel 4 maggio 2021 in cui la giovane ginecologa forlivese scomparve senza più fare ritorno. Il corpo non si trova e le ricerche sono finite, ma la famiglia non intende arrendersi e proseguirà la sua strada per avere verità e giustizia. “Si pensa essere all’interno di un lago – ha dichiarato la sorella alla Tgr Trento – dove sembra essere impossibile tirarla su“.
“La causa della scomparsa di Sara è da attribuire al luogo in cui lavorava – ha aggiunto Emanuela Pedri –, l’ospedale Santa Chiara di Trento”. Il 18 e il 19 marzo prossimi, Saverio Tateo e Liliana Mereu, rispettivamente primario e vice nel reparto di Ginecologia della struttura in cui Sara Pedri lavorava, dovrebbero comparire di fronte al gup. Entrambi a processo con l’accusa di maltrattamenti ai danni di una ventina di dipendenti nel reparto, ricostruisce la Tgr, avrebbero chiesto il rito abbreviato.