Saverio Tateo e Liliana Mereu sono stati assolti: niente maltrattamenti ai danni della ginecologa Sara Pedri, scomparsa nel 2021 e mai ritrovata. Lo ha deciso il giudice dell’udienza preliminare Marco Tamburrino, con una sentenza in cui viene applicato il comma 2 dell’art. 530 del codice di procedura penale, quindi il fatto non sussiste. Non è stata accolta la richiesta di condanna della procura, che auspicava una pena di 4 anni, due mesi e 20 giorni per l’ex primario della ginecologia dell’ospedale di Trento e la sua vice.
L’accusa nella requisitoria ha ricostruito il “clima oppressivo” che c’era all’interno del reparto e che è emerso dopo la sparizione della 32enne, che potrebbe essersi tolta la vita buttandosi nel lago di Santa Giustina, nella val di Non, zona nella quale è stata ritrovata la sua auto, ma non il suo corpo. La famiglia di Sara Pedri aveva condiviso la richiesta della procura, sottolineando come sia necessario rendere reato il mobbing. Nella vicenda erano coinvolte altre persone, perché i due medici erano accusati di maltrattamenti ai danni di 21 sanitari, tra cui appunto la dottoressa scomparsa.
SARA PEDRI, LA REAZIONE DELLA FAMIGLIA ALLA SENTENZA
L’avvocato Nicodemo Gentile, che assiste la famiglia di Sara Pedri, ha preferito non commentare la sentenza, essendo abituato a rispettare le decisioni dei giudici, ma verranno prese in esame le motivazioni della stessa. Inoltre, si è detto consapevole della difficoltà nel dare rilievo penale al mobbing, anche perché nell’ordinamento italiano manca questa fattispecie di reato, quindi per il gup non si è configurato il reato dei maltrattamento. Comunque, la famiglia della ginecologa scomparsa preferisce attendere la decisione della procura in merito all’eventuale ricorso.
Nel frattempo, non si hanno ancora notizie della ginecologa, che prima di sparire si era dimessa dall’ospedale. La famiglia ha riferito ai media di aggressioni verbali, clima oppressivo, aggressioni verbali e ritmi stressanti a lavoro. Ci sono anche testimonianze di altri operatori sanitari riguardo quanto avveniva nel reparto di cui Tateo era a capo. Alla luce di tutto ciò, procura e famiglia sono convinte che Sara Pedri non sia scomparsa, ma si sia suicidata per quello che stava vivendo, un gesto estremo che poteva essere evitato. Ma per il gup i due superiori vanno assolti, ed è quello che ha deciso con la sentenza odierna.