La sorella di Sara Pedri, la ginecologa 31enne scomparsa a Cles, Trento, nel 2021 e mai ritrovata, continuerà la sua battaglia contro il mobbing. La notizia di un possibile reintegro dell’ex primario Saverio Tateo, indagato con la sua vice, Liliana Mereu, per maltrattamenti e abuso di mezzi di correzione, è stata accolta dalla famiglia senza alcun passo indietro nella ricerca della verità e della giustizia sul caso della giovane professionista.
“Dal nostro punto di vista – ha dichiarato Emanuela Pedri al Corriere della Sera – non cambia niente. C’è una differenza abissale tra un procedimento disciplinare e un processo penale di rilevanza giuridica: Tateo verrà forse reintegrato dall’Azienda sanitaria, ma delle accuse di mobbing risponderà di fronte a un tribunale penale“. Il giudice del lavoro avrebbe recentemente dichiarato illegittimo il licenziamento di Tateo e l’ex primario potrebbe tornare al suo posto, esattamente lì, al Santa Chiara di Trento, dove tutto sarebbe iniziato aprendo a pesantissimi sospetti su un presunto tessuto di vessazioni e maltrattamenti ai danni dei dipendenti.
Caso Sara Pedri, la sorella: “Il reintegro non incide sul processo”
La sorella di Sara Pedri, in attesa dell’udienza preliminare del prossimo 24 novembre sul caso della giovane ginecologa scomparsa nel 2021 in provincia di Trento, non ha dubbi: il licenziamento e l’eventuale reintegro dell’ex primario finito sotto accusa “non incidono sul processo“. “La nostra famiglia – ha sottolineato la donna al Corriere – attende la verità e la giustizia da un’aula di tribunale. Non conosco le motivazioni del giudice del lavoro, ma il procedimento penale segue un percorso completamente distinto. Questa è solo una vertenza tra un dipendente e la sua azienda“.
“La morte di Sara – ha concluso la sorella Emanuela Pedri – ha salvato vite solo perché la famiglia ha denunciato. Oggi lei è viva nella nostra lotta quotidiana. Questa energia la devono sentire quelle venti donne che si sono esposte e devono continuare a farlo per le altre. Se lo fanno per loro stesse è già finita. Quando io parlo di questo non penso più a Sara, penso alle altre. Anche a quelle che oggi rischiano di ritrovarsi Tateo in reparto dopo aver denunciato“. La famiglia di Sara Pedri non intende fermarsi e proseguirà la sua battaglia per arrivare alla giustizia.