Dallo scorso 4 marzo si sono perse le tracce di Sara Pedri, giovane ginecologa scomparsa misteriosamente. La sua auto è stata ritrovata vicino al ponte di Mostizzolo, a 40 chilometri da Trento. La 31enne originaria di Forlì non avrebbe lasciato alcun messaggio. L’auto parcheggiata nei pressi di un ponte dal quale in passato più di qualcuno si è buttato giù, inevitabilmente ha fatto ipotizzare un gesto estremo da parte della donna anche per quanto sarebbe accaduto in quei giorni alla giovane dottoressa, giunta lo scorso novembre dalla Romagna per lavorare all’ospedale Santa Chiara di Trento sebbene la sua destinazione avrebbe dovuto essere la vicina Cles.



L’ultima persona ad aver sentito Sara è stato il fidanzato Guglielmo, commerciante di Cosenza, proprio il giorno prima della sua sparizione. A riportare le sue parole è il quotidiano Corriere della Sera: “Come ogni giorno, prima di andare a letto, le ho telefonato. Mi disse che si era dimessa dall’ospedale e che si sentiva sollevata da un peso. Era da un po’ che aveva questo peso, un forte stress dovuto al lavoro. Stava vivendo un periodo molto difficile ed era strano per lei, sempre così piena di vita, sempre a tremila”.

SARA PEDRI, GINECOLOGA SCOMPARSA: LE PAURE DELLA SORELLA

Dopo la telefonata tra Sara Pedri ed il compagno Gugliemo, tra i due ci sarebbero stati ancora dei messi in cui si salutavano prima di andare a dormire. I due stanno insieme da un paio di anni nonostante le difficoltà di un rapporto a distanza. L’ultimo messaggio del ragazzo con un “Ti amo”, sarebbe stato recapitato ma mai letto dalla ginecologa. Una anomalia anche secondo il fidanzato avrebbe notato. Prima di lui, Sara aveva chiamato la sorella Emanuela a Forlì: “Aveva detto anche a me che si era dimessa e tolta un peso. Le avevo consigliato io di farlo perché l’avevo vista molto deperita l’ultima settimana di febbraio, quando era tornata a casa dopo tre mesi e mezzo di Trento. Aveva perso sei chili, il viso scarno, tremava, non mangiava, aveva l’orticaria. Non la riconoscevo più”, ha raccontato la donna. In quei giorni si era fatta visitare dal medico di famiglia che aveva riscontrato un “Calo ponderale significativo dovuto a stress da lavoro”. Per la sorella, Sara avrebbe avuto una “involuzione professionale”, tanto da asserire di essere “terrorizzata dall’idea di andare in quel posto, la Ginecologia di Trento. Per me si è malata di burn-out. Turni di lavoro massacranti, abuso di potere, minacce. Le sue colleghe ci hanno segnalato gli stessi problemi”. Per la ginecologa il trasferimento avrebbe significato una sconfitta. Adesso sulla vicenda è in corso una indagine del pm di Trento mentre proseguono le ricerche della donna. Il suo cellulare rinvenuto nell’auto è stato analizzato ed anche alcuni colleghi sono stati sentiti.

L’azienda sanitaria ha aperto un’indagine parallela per fare luce sulle numerose dimissioni per “mobbing e demansionamento”. Il primario intanto è stato messo momentaneamente a riposo.