Un vero e proprio giallo la scomparsa di Sara Pedri, giovane ginecologa sparita nel nulla lo scorso 4 marzo dal comune di Cies, in provincia di Belluno. La 31enne di cui si è persa ogni traccia viene descritta da famigliari e conoscenti come una donna piena di grinta, generosa, determinata, ma ad un certo punto non è ben chiaro cosa sia accaduto: «Era andato sempre tutto bene – le parole di pochi giorni fa della mamma, la signora Mirella Sintoni, denunciando l’episodio ai microfoni del programma di Rai Tre, Chi l’ha visto – poi all’improvviso non sappiamo che cosa sia successo. Qualcosa di grave deve essere successo».



Sara Pedri voleva fare carriera ed aveva ottenuto un posto presso l’ospedale di Cies, poi trasferita a Trento: «Era una ragazza effervescente – ha raccontato ancora la madre della ginecologa – impegnativa, era molto attiva. Poi regolare, precisa, nelle sue cose. Ci sarebbe da parlare una vita per lei. La gente diceva che Sara era un premio, perché io avevo adottato Emanuela e suo fratello. Sara è arrivata molto tempo dopo, quando Emanuela aveva 14 anni. Quindi la gente diceva: “vedi, sei stata brava e così ti hanno mandato un figlio”. È stata una gioia». Una persona senza macchia, dedita al lavoro, poi, a partire dal mese di gennaio, qualcosa è improvvisamente cambiato. La sorella Emanuela e la mamma Mirella hanno raccontato di come Sara non si trovasse più bene, si sentiva “terrorizzata”, non riuscendo più ad entrare in sala operatoria/parto. La stessa avrebbe denunciato di essere stata «allontanata, lasciata sola».

SARA PEDRI, GINECOLOGA SCOMPARSA DA CIES: “AVEVA UN TREMORE E FACEVA STRANI GESTI…”

A febbraio la sorella descrive la ginecologa quasi come una persona irriconoscibile: «Aveva questo tremore, faceva dei gesti» racconta ancora. «Si abbracciava lo stomaco, si allontanava il colletto spesso perché le dava fastidio. Sentiva pesante tutto ciò che indossava dagli occhiali, agli orecchini, alle collane, agli anelli». Quindi sono arrivate le dimissioni, il 3 marzo, e il giorno prima Sara aveva chiamato la sorella spiegandole che si sarebbero viste nei giorni successivi, facendo però perdere ogni traccia di se.

La sua auto è stata trovata a Mostizzolo, e sono in corso imponenti ricerche temendosi il peggio. «Non ci sono elementi oggettivi per ritenere che ci sia una connessione diretta tra questa sparizione e il lavoro – ha spiegato il dottor Ferro del reparto di ginecologia dell’ospedale di Trento, dove lavorava appunto Sara – èerché la dottoressa era stata presa nella ginecologia di Cles, poi il punto nascite era chiuso ed era stata messa in reparto a Trento per fare esperienza. Non ha mai fatto un turno da sola o sotto particolare stress da quando è stata a Trento. Non abbiamo più avuto notizie, come atti oggettivi non abbiamo elementi, lettere o segnalazioni di problematiche collegate”.