Sara Pedri ha fatto perdere le proprie tracce il 4 marzo 2021 dopo avere lasciato l’autovettura in sosta nei pressi del lago di Cles, in provincia di Trento: da allora non si hanno notizie della giovane e sua sorella Emanuela ha deciso di ricordarla alle 18 di oggi, domenica 12 dicembre 2021, nell’ambito della Giornata nazionale dedicata alle persone scomparse: “Illumineremo la casa di viale Bologna 267 – 269 a Forlì, dove Sara ha sempre avuto la residenza, con una luce verde – ha spiegato la donna sulle colonne de ‘Il Resto del Carlino’ –. Verde come il colore della speranza. Io sono credente e credo nella giustizia divina. Credo e spero che da questa vicenda possa nascere un cambiamento e che la luce di Sara possa far ritrovare la strada a chi si è perso. Sara è una luce che può creare energia, a sua volta in grado di smuoverne altra”.



Il corpo di Sara non è mai stato trovato, ma sua sorella Emanuela si dice molto fiduciosa: “L’ambiente, la natura non ci consentono in questa stagione di cercarla nel lago. Quando sarà possibile le ricerche riprenderanno anche con l’utilizzo dei cani molecolari. Sono convinta che Sara ritornerà da noi. Sono convinta che questo è il nostro destino”.

SARA PEDRI, LA SORELLA EMANUELA: “HA VOLUTO TOGLIERSI DI DOSSO IL MALESSERE CHE VIVEVA”

Per quanto concerne le indagini, il primario e la vice del reparto dell’ospedale Santa Chiara, a Trento, sono indagati per maltrattamenti nei confronti di 14 operatori, tra cui Sara Pedri. Emanuela ha commentato a tal proposito – sempre su “Il Resto del Carlino”, che “abbiamo buttato giù un sistema di omertà e silenzio che era strutturale e che veniva dato per scontato. Nel nostro percorso ho sempre trovato delle persone aperte, che non ci hanno ostacolato, e ho riscontrato sollievo per aver fatto crollare questo muro di omertà. Io parlo sempre di ‘esercito degli angeli’, cioè di persone che si spendono per Sara, per la verità, emblemi di Fede e positività”.

Infine, la domanda più critica: perché Sara ha deciso, presumibilmente, di suicidarsi? La sorella sembra avere le idee chiare anche su questo aspetto e afferma: “Si è ammalata di burn out, sindrome che colpisce chi affronta quotidianamente grosse responsabilità e che va curata mediante un percorso psicologico. Io stessa ho provato a mettermi nei panni di Sara: non so se sarei riuscita a vivere come lei. A un certo punto ha voluto togliere quel malessere”.