Non si capacita la famiglia di Sara Pedri, la giovane ginecologa scomparsa misteriosamente. Una sparizione che si lascia alle spalle l’inferno vissuto nel reparto dell’ospedale Santa Chiara di Trento. “E’ stata una escalation, sempre peggio fino al famoso ‘mi ha schiaffeggiato le mani mentre avevo degli strumenti'”, ha commentato la madre ai microfoni di Chi l’ha visto. Una frase che la giovane scrisse anche al fidanzato Guglielmo in un messaggio: “Oggi sono stata schiaffeggiata in camera operatoria. Mi hanno picchiato sulle mani come alle elementari”. Il riferimento era al braccio destro del primario Tateo, Liliana Mereu, entrambi rimossi dall’Azienda sanitaria.



L’avvocato Nicodemo Gentile, legale della famiglia di Sara Pedri ha commentato a Chi l’ha visto: “Non eravamo dei visionari, i fatti denunciati stanno trovando i primi riscontri”. Quanto svelato da altre operatrici che hanno avuto a che fare con la stessa struttura confermerebbero le parole della ginecologa. A fine ottobre sarà deciso il destino dei responsabili del reparto. Per gli ispettori del ministero si tratta si un’ottima struttura ma i rapporti con il personale sarebbero difficili.

Sara Pedri, nessuna accusa nei suoi messaggi ma tanto dolore

Secondo l’avvocato dell’ex primario Saverio Tateo, sarebbe lui ad essere perseguitato. Raggiunto dall’inviata della trasmissione di Rai3 ha rifiutato di rilasciare interviste. Gli avvocati della dottoressa hanno chiesto intanto il reintegro ribadendo l’estraneità rispetto al caso di Sara Pedri. Eppure la giovane aveva denunciato in alcuni sms i rimproveri ricevuti dalla dottoressa. “Può una donna con una ragazza giovane al primo lavoro comportarsi in un modo tale? Dove si trova la pietà? La compassione?”, si domanda oggi la madre di Sara.

Sara Pedri non riusciva più a resistere al peso delle responsabilità: “Mi trattano come se fossi una lavapadimenti”, scriveva al fidanzato. Pensa persino di cambiare mestiere ma nei messaggi, pur angosciosi, non accusa mai nessuno. Per la famiglia la figlia si sarebbe ammalata a causa del mobbing subito, fino alla decisione di dimettersi nonostante i consigli contrari del primario. Il 4 marzo della giovane si perdono le tracce. “Mi sono indebolita tantissimo, non ho più forze ma voglio continuare a lottare e condannare il mobbing”, ha commentato la madre.