Sara Pedri, la ginecologa di Forlì scomparsa dal 4 marzo scorso subito dopo il trasferimento dall’ospedale Santa Chiara di Trento, era arrivata alla decisione di lasciare la struttura dopo un lungo esame interiore. Lo si evince chiaramente dalle lettere, riportate dal settimanale Giallo, che la 31enne ha vergato prima di condensare i motivi delle sue dimissioni in una mail spedita al primario dell’unità, Saverio Tateo, che lei definisce “Sovrano Illuminato“. Come riportato dal Corriere della Sera, quel messaggio è ora agli atti degli ispettori inviati a Trento lo scorso 6 luglio dal ministro Speranza, incaricati di chiarire se il clima in reparto fosse davvero “malsano“, come denunciato dai familiari di Sara e da altri sanitari che vi hanno lavorato.



L’esperienza a Trento doveva essere formativa — scrive Sara Pedri — ma ha generato in me un profondo stato d’ansia, a causa del quale sono completamente bloccata e non posso proseguire“. Oltre a parlare di “aspettative deluse“, la Pedri scrive: “Non ho mai detto no, nonostante i molteplici imprevisti e i progetti incivili. È una situazione più grande di me“. A cosa si riferisce la giovane donna? “Con la fretta e la frenesia non si impara, i risultati ottenuti sono solo terrore (…). So che mi comprometto, ma ho bisogno di aiuto“. Una conclusione dai toni amari, che fa da preludio al trasferimento dall’ospedale di Trento a Cles, cui Sara era destinata fin dall’inizio.

SARA PEDRI SCOMPARSA, RIMOSSO PRIMARIO SAVERIO TATEO “SOVRANO ILLUMINATO”

La vita da ospedaliero non sarà per tutti e ne prendo atto ma io sono stata sfortunata a causa delle contingenze“. E’ l’amarezza che trasuda dalle mail di Sara Pedri, che a causa dello stress frutto di “turni massacranti, abusi di potere e minacce continue” era arrivata a perdere 6 kg: “Sono stata addirittura chiamata a colloquio da Tateo perché ho perso troppo peso“, confiderà. Tateo, quel “Sovrano Illuminato“, che proprio oggi è stato rimosso insieme ad un secondo responsabile del reparto (Liliana Mereu). Nella nota diramata dall’Azienda sanitaria si legge infatti: “Dalla documentazione emergono fatti oggettivi e una situazione di reparto critica che rendono necessario, a partire da lunedì 12 luglio, il trasferimento del direttore dell’Ostetricia e Ginecologia di Trento ad altra unità operativa e di un altro dirigente medico ad altra struttura ospedaliera dell’Azienda sanitaria“.

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