Sara Simeoni, che a breve compirà 70 anni, ha ripercorso la sua carriera da saltatrice in una intervista a La Repubblica. Uno dei suoi più grandi successi è stato il record del mondo (2,01 m) conquistato il 4 agosto 1978 a Brescia. “Avevo il ciclo mestruale e la pressione bassa, non mi tenevo in piedi e non mi allenavo da tre giorni. Arriva Livio Berruti e mi vede un po’ giù: ‘dai facciamoci un bicchiere, ho portato un’ottima Bonarda piemontese’”, ha ricordato.



Nonostante la gara imminente, l’atleta accettò l’invito. “Dissi ‘ma Livio, devo saltare’. Insistette: ‘una bevuta, che sarà mai?’ Aveva ragione, mai fatta una curva in gara così rilassata. Attorno allo stadio non c’erano edifici alti, il sole stava per tramontare, guardavo l’orizzonte, tutto era libero, non potevo fare confronti con l’asticella. Il 2,01 venne alla seconda prova, molto pulito. Nove salti in tutto, tre sbagliati, due record italiani, il primo a 1,98. Poteva bastare”, ha raccontato. Un momento che restò nella memoria di tutti gli amanti dello sport. “La Rai non c’era, era dagli uomini. A quei tempi era così: prima loro, poi se restava qualcosa era per noi. Per fortuna si sono recuperate le immagini da Telenord”.



Sara Simeoni: “Feci record del mondo col ciclo”. Il racconto

Sara Simeoni, oltre a conquistare il record del mondo nel salto in alto, quel 4 agosto 1978 a Brescia, riuscì anche a sfatare un tabù personale. “Il ciclo mestruale lo studiavano anche ai miei tempi. Come prevenirlo e bloccarlo. Io non ho mai voluto, lo sapevano, e mi hanno rispettata. Però se le gare duravano molto, le difficoltà c’erano, e anche qualche imbarazzo, il materiale non era studiato per le donne, così io scappavo spesso in bagno”, ha ammesso.

Anche gli abiti ai tempi della sua gloriosa carriera non aiutavano. “Cercavamo tutte di farcelo andare bene. Dopo tanti eccessi, dopo gli anni in cui le atlete sembravano in costume da bagno, anzi in tanga, la linea è migliorata, premia la femminilità”, ha concluso.