Il delitto di Avetrana: l’omicidio di Sarah Scazzi
Il delitto di Avetrana diventerà una serie tv, a ulteriore conferma dell’interesse mediatico per il caso dell’omicidio di Sarah Scazzi. Del resto, resta impresso nella memoria collettiva l’annuncio del ritrovamento del cadavere della ragazza in diretta tv, durante il programma Rai “Chi l’ha visto?“, dove era ospite in collegamento la madre, Concetta Serrano Spagnolo. La vicenda si è ufficialmente conclusa il 21 febbraio 2017, quando la Cassazione ha riconosciuto colpevoli Sabrina Misseri e Cosima Serrano, rispettivamente cugina e zia della vittima, confermando la condanna all’ergastolo già inflitta in primo grado e in appello. Invece Michele Misseri, padre di Sabrina e marito di Cosima, è stato condannato a 8 anni di carcere per soppressione di cadavere e inquinamento delle prove per il furto del cellulare della nipote. Carmine Misseri, fratello di Michele, è stato condannato definitivamente a 4 anni e 11 mesi di carcere per concorso in occultamento di cadavere. La Cassazione ha confermato anche la condanna a un anno e 4 mesi per favoreggiamento personale per Vito Russo, ex legale di Sabrina Misseri, e Giuseppe Nigro.
Il caso si aprì il 26 agosto 2010, quando venne denunciata la scomparsa della 15enne, uscita di casa per raggiungere casa della cugina con cui sarebbe dovuta andare al mare. Inizialmente le indagini si orientarono verso una fuga della ragazza o su un rapimento a opera di un uomo che avrebbe adescato Sarah Scazzi su Facebook. Il 29 settembre fu ritrovato il suo cellulare dallo zio Michele Misseri il quale affermò di essere in grado di trovare la nipote, attirando i sospetti su di sé.
Cos’è successo a Sarah Scazzi: la ricostruzione dell’omicidio
Il 6 ottobre Michele Misseri, dopo un interrogatorio di nove ore, confessò l’omicidio della nipote, riferendo di aver ucciso Sarah Scazzi dopo un tentativo di stupro, quindi indicò il luogo in cui aveva nascosto il cadavere. Ma sono seguite diverse ritrattazioni della confessione iniziale, fino al 15 ottobre, quando conflerò il coinvolgimento della figlia Sabrina Misseri, il cui movente sarebbe stato la gelosia per le attenzioni che la cugina riceveva da Ivano Russo, di cui Sabrina, secondo la tesi della Procura, sarebbe stata innamorata. Mentre Michele Misseri ritrattava le versioni, attribuendo la responsabilità dell’omicidio solo alla figlia, venne arrestata anche la moglie Cosima Serrano, accusata di concorso in omicidio, mentre la figlia di omicidio volontario, reati per i quali sono state condannate all’ergastolo. Secondo la ricostruzione della Cassazione nelle motivazioni della sua sentenza Sarah Scazzi è stata strangolata con una cintura: una donna l’avrebbe soffocata da dietro, l’altra avrebbe inibito ogni tentativo di difesa. Dopo la morte della ragazzina, il corpo sarebbe stato portato in garage e poi fatto sparire da Michele Misseri con l’aiuto del fratello e del nipote.