“Davanti ad una verità processuale, quello che vogliamo possa emergere da un eventuale incontro o confronto con Michele Misseri, è capire perché è successo tutto questo. È questo l’unico motivo per il quale si è pensato a questa possibilità. Vogliamo comprendere quello che è avvenuto“. Lo hanno riferito all’Ansa, attraverso il loro legale Luigi Palmieri, Concetta Serrano e Claudio Scazzi, madre e fratello di Sarah Scazzi, a poche settimane dal ritorno in libertà dello zio della 15enne uccisa ad Avetrana nel 2010. In carcere, condannate definitivamente all’ergastolo, ci sono Cosima Serrano e Sabrina Misseri, moglie e figlia di Michele Misseri che l’uomo continua a dire innocenti attribuendosi ancora la totale responsabilità del delitto dalla fase omicidiaria a quella dell’occultamento del cadavere in un pozzo di Contrada Mosca.
“Trattandosi di familiari, lo zio, la zia e la cugina – ha aggiunto l’avvocato Palmieri – Concetta ha sempre ribadito di voler conoscere le ragioni di quello che è successo“. Non la ricerca di una verità oltre quanto stabilito in sentenza, come precisato dallo stesso Claudio Scazzi che sostiene si sia arrivati ad accertare i ruoli nell’omicidio della sorellina, ma la volontà di comprendere per quale motivo è accaduto. Michele Misseri è tornato a vivere nella villetta di famiglia in via Grazia Deledda dove, secondo la ricostruzione, Sarah Scazzi fu assassinata il 26 agosto, e ancora oggi si dice l’unico colpevole non creduto da inquirenti e giudici. A pesare sulla sua attendibilità, nel corso delle indagini, furono le differenti versioni portate avanti fin dopo il ritrovamento del corpo della minore, che lui stesso fece rinvenire portando gli investigatori nelle campagne in cui era stato nascosto. Inizialmente dettosi autore del delitto, Misseri aveva poi chiamato in correità la figlia sostenendo di essere stato coinvolto solo nella fase successiva, dallo spostamento del cadavere in poi. Per la soppressione, Michele Misseri era stato condannato a 8 anni di carcere e ha finito di scontare la pena.
Delitto di Avetrana, la madre e il fratello di Sarah Scazzi vogliono parlare con Michele Misseri
La madre e il fratello di Sarah Scazzi, Concetta Serrano e Claudio Scazzi, aprono a un confronto con Misseri per cercare “una parola di verità” sulla morte della 15enne uccisa il 26 agosto 2010 ad Avetrana (Taranto). Secondo la giustizia, a ucciderla sono state la zia, Cosima Serrano, sorella della mamma, e la cugina Sabrina Misseri, rispettivamente moglie e figlia di Michele Misseri che scontano l’ergastolo in via definitiva. La madre di Sarah Scazzi si è detta “disponibile ad un confronto, anche in privato“, con lo zio della minore che continua ad autoaccusarsi dell’omicidio della nipote nonostante le sentenze, “purché” questo confronto “avvenga alla presenza del proprio figlio” Claudio Scazzi.
La scarcerazione di Michele Misseri, che ha finito di scontare la sua pena, è avvenuta l’11 febbraio scorso. L’altra figlia dell’uomo, Valentina Misseri, sorella di Sabrina, avrebbe scritto una lettera, pubblicata nei giorni scorsi da La Stampa, nella quale parla della possibilità che Concetta Serrano incontri suo padre e sostiene però che si cerchi “ancora un processo mediatico” perché questo confronto sarebbe avvenuto “alla presenza di giornalisti” e non in privato. “La famiglia Scazzi – ha spiegato il legale di madre e fratello della vittima – per ovvi motivi non gradisce un incontro di persona, e da sola, con Michele Misseri. Non si è mai sottratta ad un confronto o ad una replica alle sue dichiarazioni, ma a distanza. Nessuno della famiglia Scazzi cerca ‘ancora un processo mediatico’, ma una parola di verità può arrivare solo da Michele, Cosima e Sabrina. Per tale ragione, non senza difficoltà, Concetta è disponibile ad un confronto con Michele, anche in privato, purché alla presenza del proprio figlio Claudio ed eventualmente anche alla presenza di Valentina accanto al padre“.