A Roma, la vita musicale è arricchita dal fatto che ogni Stato di una certa dimensione ha tre diverse Ambasciate: una presso la Repubblica italiana, una presso la Santa Sede e una presso le tre principali agenzie agroalimentari delle Nazioni Unite (Fao, Ifad, Wfp) con sede nella capitale. Inoltre, circa sessanta organizzazioni internazionali hanno i loro uffici a Roma. Ciò fa sì che ci sia un vasto pubblico internazionale. Molte Ambasciate hanno istituti culturali; numerosi sono stati creati secoli fa con lo scopo di ospitare gli studiosi dei differenti Stati interessati alle antichità, ma molti hanno ora attività musicali per i concittadini che risiedono a Roma, per il pubblico internazionale, così come per gli italiani.



Occasionalmente ho recensito concerti e spettacoli organizzati dagli istituti culturali di Francia, Brasile, Germana e Usa. Il 31 luglio, ho partecipato a un evento musicale organizzato dall’Istituto culturale coreano per la giornata coreana della cultura. Il titolo era Sarang è Amore: Sarang significa amore in coreano. Era un doppio ponte, cioè un ponte tra Corea e Italia e un ponte tra musica e poesia. L’istituto è in una villa liberty elegante e piacevole nel centro della città e dispone di un auditorium di buone dimensioni con un’ottima acustica.



Il concerto è stato eseguito dall’Umbria Ensemble e da un coreano poeta e musicista, e con lettura di poesie (in coreano e in italiano) durante le pause tra i brani musicali. Ho ascoltato l’Umbria Ensemble lo scorso settembre alla Sagra Musicale Umbra. L’Umbria Ensemble è un gruppo flessibile di solisti di chiara fama – normalmente tra tre a otto, ma raggiunge anche le dimensioni di una piccola orchestra. L’Ensemble ha una produzione di registrazione con Sony e Brilliant Classics. Per “Camerata Tokyo”, l’Ensemble ha inciso CD con musiche di Brahms e Schubert e un più ampio progetto di registrazione dedicato alla musica da camera di Paganini; l’Ensemble ha rappresentato l’Italia con un concerto a Bruxelles, Cercle Gaulois Royal in occasione della Presidenza italiana del Consiglio dell’Unione europea ed eseguito concerti per il Parlamento europeo a Strasburgo. Recentemente, l’Ensemble ha fatto un lungo tour in Cina, nonché concerti in Cipro, Francia, Svizzera, Belgio e Inghilterra.



Per questo concerto, l’Umbria Ensemble era un trio con M.Cecilia Berioli al violoncello, Lucrezia Proietti al pianoforte e Luca Ranieri alla viola. Beniamino In Sang Hwang è da lungo tempo residente in Italia dove ha avuto importanti incarichi e commissioni; insegna presso il Conservatorio di Perugia ed è il direttore due ensemble corali.

Il concerto comprendeva tre composizioni di In Sang Hwang: La Strada non esiste senza di te; Al mare in inverno, Gli amanti. Gli altri numeri erano interessanti adattamenti per un trio di opere orchestrali italiane ben note (Intermezzo da Cavalleria Rusticana di Pietro Mascagni) e Ouverture dal Barbiere di Siviglia di Gioacchino Rossini e partiture di musica di film di Ennio Morricone, Nino Rota, Nicola Piovani – tutti autori molto conosciuti in Corea. Il tema comune era che sono tutti autori contemporanei neoromantici che non fanno alcuna concessione allo sperimentalismo. Anche In Sang Hwang è un compositore neoromantico, come mostrato dalle sue opere precedenti, spesso per il teatro.

Per me e stata una novità perché conoscevo soprattutto la musica coreana elettronica ed electro-acustica principalmente attraverso l’annuale EMUfest internazionale organizzato dal dipartimento di musica elettronica dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, nonché musica sperimentale ascoltata essenzialmente al Festival di Salisburgo. Eppure è stata una buona idea quella di avere un programma neoromantico per un pubblico internazionale come quello del concerto per la giornata coreana della cultura. È una musica chiaramente comprensibile che il pubblico può canticchiare nel lasciare la sala da concerto e ricordare in seguito.

Due commenti principali. Le poesie di In Sang Hwang poesie si fondono con una sottile ironia che può essere ascoltata anche nelle sue composizioni. L’Ensemble ha fatto un lavoro molto abile e ingegnoso nell’adattare composizioni per grande orchestra ad un trio e mantenere il loro sapore.

Il pubblico era molto contento e ha calorosamente applaudito.