L’Egitto, il faraone Seti I e il suo imponente sarcofago saranno al centro della prima puntata della seconda stagione di Freedom – Oltre il confine, la trasmissione di divulgazione storica, scientifica e archeologica condotto da Roberto Giacobbo. E sarà proprio il padrone di casa, questa sera, a tornare in terra egizia dove incontrerà l’archeologo Zahi Hawass con il quale manterrà una promessa fatta ai telespettatori nell’ultima puntata della prima stagione: percorrere il tratto finale del tunnel nascosto dietro al Sarcofago di Seti I. Quest’ultimo faraone dominò durante la XIX dinastia egizia, secondo le cronologie più comuni dal 1294 a.C. al 1279 a.C. Figlio di Ramses I e della grande sposa reale Sitra, quando Seti salì al trono non era affatto giovanissimo. Aveva circa 37 anni quando fu proclamato faraone, lasciando così la carica di Sommo sacerdote di Seth. La sua tomba (KV17) fu rinvenuta in perfetto stato nel 1817 da Giovanni Battista Belzoni nella Valle dei Re a Luxor. Lunga 136 metri rappresenta la più profonda tra quelle del Nuovo Regno nonché la prima ad essere decorata in ogni punto con bassorilievi e varie pitture raffiguranti i testi dell’Amduat e delle Litanie di Ra oltre che differenti divinità.



IL SARCOFAGO DI SETI I: LA SUA GRANDE IMPORTANZA

Il sarcofago di Seti I rappresenta uno dei più imponenti rinvenuti, in quanto ricavato da un unico blocco di alabastro. La sua particolarità è la vastità di decorazioni anche al suo interno dove si trova l’immagine della del cielo, Nut, insieme ad altre divinità che avvolgono il corpo del faraone. Il sarcofago è custodito al Sir John Soane’s Museum di Londra dopo essere stato acquistato da Sir Soane facendo parte della sua preziosa collezione nel 1825. Quando giunse al museo londinese, l’alabastro del reperto era completamente bianco con gli originali con inserti di solfato rameico di colore blu. A causa dell’inquinamento di Londra, però, il sarcofago si è scurito inevitabilmente, mentre le preziose decorazioni sono cadute a causa dell’umidità. Nonostante tutto, il sarcofago in alabastro del re egiziano Seti I rappresenta certamente l’opera più importante del museo londinese. A dichiararlo in una intervista a La Stampa era stato il del Sir John Soane’s Museum, Bruce Boucher, il quale aveva spiegato che rappresentava “il lavoro più costoso che Soane ha acquistato. Lo ha pagato 2000 sterline, tenendo conto che per costruire la sua casa ne ha spese 1400. Ha dovuto fare un buco nel retro della casa per far entrare il sarcofago. Nel 1825, quando il sarcofago arrivò, la crema della società londinese si presentava a casa sua per ammirare il sarcofago illuminato, in quello che fu l’apice della scalata sociale di Soane e della sua carriera come collezionista”. Ma perchè il sarcofago ha una così tale importanza? “È un’icona: una creazione di notevole fattura ricavata da un singolo pezzo di roccia calcarea. Soane lo collocò al centro del museo, sotto la cupola. Appena sopra c’è un suo busto, e di fronte una copia dell’Apollo Belvedere”, aveva aggiunto.

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