Sardegna, allevatore, pecore: un trinomio troppo spesso scambiato per luogo comune, quando, in realtà indica una tradizione consolidata e l’inossidabile legame con una terra che, ancora una volta, è stata chiamata a confrontarsi con un incendio devastante. Le fiamme hanno provocato danni ingenti e la morte di numerosi animali, letteralmente arsi vivi. È in questo scenario di distruzione inarrestabile che si sviluppa la storia di Dante Casule, un allevatore di Cuglieri con il bestiame nella località di Sennariolo. L’uomo, non appena ha visto le lingue di fuoco avvicinarsi al suo gregge di 400 pecore, non ha avuto la benché minima esitazione, mettendo a repentaglio la propria esistenza pur di salvare gli ovini.



Un’operazione che ha richiesto un triplice tentativo, a testimonianza di come l’intervento fosse tutt’altro che agevole, come descritto ai microfoni dell’agenzia ANSA dallo stesso Casule: “Abbiamo tentato due volte di mettere in salvo le pecore con pompe e altri sistemi, ma in entrambe le circostanze siamo dovuti scappare. Nella terza occasione abbiamo rischiato di più, ma non avevamo scelta: in qualche modo, ce l’abbiamo fatta”. Nella lotta contro il rogo, purtroppo, hanno perso la vita due cavalli dell’allevatore, che ha visto andare distrutti anche un capannone e 180 balle di fieno. Un disastro, insomma.



ALLEVATORE SALVA LE SUE PECORE IN SARDEGNA: “SERVE AIUTO”

Nell’Oristanese si sta vivendo “un vero calvario, un inferno – ha asserito l’allevatore Dante Casule -. Con questo incendio si poteva fare molto di più, purtroppo non si è intervenuti nel modo giusto”. La sua azienda è ormai andata perduta e adesso, per accudire le sue pecore, dovrà fare fronte comune con gli altri allevatori della zona, che si trovano nella medesima situazione: “Se non ci aiutiamo tra di noi, chi ci aiuta?”, si è chiesto, sconsolato, l’uomo.

Un pensiero comune a quello di numerosi colleghi; infatti, tra loro vi è anche chi ha registrato perdite di entità superiore in termini di bestiame, come il signor Franco Fodde, che ha visto morire due cavalli, un asinello con il figlio, una vacca, un vitello e circa trenta capretti. Senza dimenticare, peraltro, la devastazione ambientale, con centinaia di ettari bruciati, tra bosco e terreni destinati alla coltivazione. Fortunatamente, qualche provvista da parte per gli animali c’è ancora, ma presto si andrà incontro anche a questo tipo di problematica, che non potrà essere ignorata. Oltretutto, il fuoco ha divorato anche le recinzioni, per il cui ripristino occorrerà diverso tempo: come si tutelerà, a fronte di questa carenza, il bestiame? La risposta viene suggerita dagli stessi allevatori: “Sarà difficile dormire tranquilli la notte…”.