La Sardegna dice sì alla celebrazione delle Messe: “Sono autorizzate le funzioni eucaristiche ordinarie”, dunque tutte le Sante Messe e non soltanto i funerali, come aveva deciso il Governo Conte per la Fase 2, suscitando notevoli polemiche; l’annuncio è arrivato dal presidente Christian Solinas. Il governatore della Sardegna ha reso noto il via libera alle Messe nel tardo pomeriggio di oggi, mentre illustrava la nuova ordinanza con la quale la Regione Sardegna si adegua al decreto del premier Giuseppe Conte, il nuovo Dpcm che entrerà in vigore da lunedì 4 maggio.
Il via libera alle Messe va in controtendenza rispetto al divieto che resta in tutto il Paese. Solinas si è dunque schierato a favore della possibilità di celebrare le Sante Messe, sospese sull’intero territorio nazionale ormai da circa due mesi, anche se naturalmente pure le funzioni religiose dovranno rispettare tutte le norme di sicurezza vigenti. Nelle parole di Solinas: “Le funzioni possono celebrarsi unicamente nel rispetto delle misure di sicurezza, evitando assembramenti e rispettando il distanziamento sociale”.
Questa è l’unica novità che deroga totalmente il Dpcm del premier Giuseppe Conte, anche se la riapertura anticipata di attività come saloni di parrucchiera e negozi d’abbigliamento e scarpe a partire dall’11 maggio sarà possibile nei Comuni dove l’indice di contagio (tecnicamente Rt) sarà inferiore allo 0,5: “I dati specifici saranno diffusi dall’assessorato alla Sanità”.
LA SARDEGNA AUTORIZZA IL RITORNO DELLE MESSE
Farà però decisamente notizia in tutta Italia il via libera della Sardegna alla celebrazione delle Sante Messe, sia pure con tutte le cautele necessarie. Questa era di fatto la richiesta della Cei: la libertà della Chiesa, una volta date da parte di Presidenza del Consiglio e Comitato tecnico-scientifico le indicazioni precise di carattere scientifico, di agire nella pienezza della propria autonomia per quanto riguarda il culto.
Questo era quanto si prevedeva da più parti in vista della Fase 2 e l’altolà da parte del Governo era stato accolto dai Vescovi e da una parte notevole dei fedeli cattolici come un duro colpo. Ora, almeno in Sardegna, sarà possibile fare quanto dunque era nei desideri della Conferenza Episcopale: una mossa che anticipa quelle che potrebbero essere a breve nuove decisioni da parte dell’esecutivo nazionale che ha ricominciato a trattare con la Cei per il ritorno delle Messe.
Presumibilmente la decisione solleverà polemiche politiche ma sarà accolto con favore da molti credenti sardi, che potranno dunque essere i primi in Italia a partecipare alle celebrazioni eucaristiche senza doversi “accontentare” di guardare le Messe in televisione (come quella quotidiana di Papa Francesco) oppure in streaming, come in queste settimane molte parrocchie si sono attrezzate a fare, ma ovviamente senza la possibilità di accostarsi al sacramento dell’Eucaristia.