Visto i numerosi casi di positivi al coronavirus registratisi nelle ultime settimane in Sardegna, ed in particolare in Costa Smeralda, la Protezione Civile starebbe pensando di predisporre un piano di rientro a casa attraverso delle navi o degli aerei dedicati, per tutti coloro che appunto sono risultati affetti da covid-19, ma che vivono in altre regioni d’Italia. A sollecitare l’intervento, come riferisce l’edizione online de Il Messaggero, è Marcello Acciaro, coordinatore dell’Unità di crisi nord Sardegna, che ha spiegato: «La proposta non è caduta nel vuoto e ho notizia che la Protezione civile sta mettendo a punto un piano di rientro che sarà valutato e se ritenuto valido attuato nei prossimi giorni. Penso che possa essere la soluzione migliore per tutti, visti i numerosi casi che sono stati registrati e che richiedono un enorme sforzo della struttura sanitaria per poter essere gestiti. Sforzo che Ats sta compiendo con efficienza e professionalità». L’idea è quella di realizzare un ponte aereo dedicato, oppure, mettendo a disposizioni più navi per trasportare i positivi oltre il mar Tirreno.



CORONAVIRUS IN SARDEGNA, AL PHI BEACH 21 INFETTI

La situazione sulla splendida isola si sta facendo sempre più seria, e i focolai ormai si sprecano. L’ultimo è quello scoperto presso il noto locale di Baja Sardinia, Phi Beach, fra i più gettonati della Costa Smeralda durante l’estate, dove sono stati trovati ben 21 dipendenti affetti da covid-19. I tamponi sono stati effettuati negli scorsi giorni, ma gli esiti sono stati ufficializzati solamente oggi, e le persone contagiate sono tutte asintomatiche e al momento stanno bene: sono state messe in isolamento fiduciario presso i propri domicili. La maggior parte dei positivi sono lavoratori che non risiedono in Sardegna e che verranno assistiti dall’Ats. Intanto, parlando con Ansa, il presidente di Federalberghi Paolo Manca tuona: “Ci sono tutte le condizioni per far capire che il clamore mediatico sulla Sardegna è ingiustificato e che nell’isola si può trascorrere una vacanza tranquilla e sicuram, ma se non si raggiunge almeno il 35% molti alberghi saranno costretti a chiudere prima del tempo sull’onda di quello che sta succedendo alle discoteche”.

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