Tutto pronto a Roma per l’invasione delle Sardine, il Movimento anti-Lega che in poco più di un mese ha raccolto attorno a sé attenzioni, consenso e endorsement dal mondo politico fino a quello della cultura e dello spettacolo: il Movimento si trova per la prima volta unito con tutti i referenti e tutte le singole unità cittadine nella Piazza San Giovanni, simbolo della sinistra e dei sindacati ma negli scorsi mesi anche nuova “casa” del Centrodestra a guida Salvini-Meloni-Berlusconi. Una manifestazione nazionale per contrapporsi sì alla Lega e alla destra ma anche per provare a capire per la prima volta come impostare l’impegno e l’attivismo politico per i prossimi mesi: nato come movimento anti-Salvini in Emilia Romagna (in vista delle Elezioni Regionali), in poco tempo si è diffuso in tutto il Paese laddove il leader della Lega si recava per comizi, interventi e ospitate. «Ci attaccano perché facciamo paura», ha sottolineato il leader-fondatore Mattia Santori, 30enne emiliano, che ha chiamato a gran voce le altre Sardine d’Italia a venire fino a Roma per lanciare la propria iniziativa politica e culturale. L’appuntamento allora è fissato per le ore 15 di oggi davanti alla Basilica di San Giovanni in Laterano con in testa l’obiettivo del numero: 100mila sardine contro la destra e il razzismo, è l’impegno lanciato dai fondatori nel consueto flash mob sui social «La ricetta è sempre la stessa: crea la tua sardina e scendi in piazza per difendere i valori di democrazia e uguaglianza. Unisciti a banco. La piazza ci aspetta. E ci spetta!».



SARDINE: CHI SONO, COSA VOGLIONO

Secondo il suo fondatore Mattia Santori, le Sardine non sono un movimento politico bensì un anticorpo per la politica, anche se da più parti si leva la critica sulle modalità decisamente politiche (la piazza, l’organizzazione di Anpi e Cgil, gli slogan anti-Lega e anti-Salvini) che potrebbero far pensare ad un imminente sbarco in politica di un nuovo movimento, 10 anni dopo il M5s di Grillo e Casaleggio. Questa volta però niente Vaffa, niente bandiere politiche, solo migliaia di sardine stilizzate che lanciano lo slogan «Roma non si Lega» facendo il gioco di parole con il partito di Salvini. Si chiamano Sardine perché riempire una piazza significa «stare stretti come “sardine”, appunto. Più si tengono “stretti” e più l’iniziativa delle “sardine” può dirsi compiuta», spiegano i fondatori che poi vogliono anche ribadire una forma di silenzio contro le urla chiassose dei politici. Il Manifesto delle Sardine, uscito un mese fa, recita chiaramente «Cari populisti, lo avete capito. La festa è finita. Avete scelto di affogare i vostri contenuti politici sotto un oceano di comunicazione vuota, ma di quei contenuti non è rimasto più nulla». Mattia Santori, Giulia Trappoloni, Roberto Morotti e Andrea Garreffa sono stati i primi 4 ideatori del Movimento che però oggi conta centinaia di referenti in tutta Italia, con record di numeri in piazza nelle scorse settimane a Torino, Palermo, Bologna, Parma, finanche Piazza Duomo a Milano. Le Sardine vogliono divenire un partito? Secondo Santori il rischio al momento non c’è perché non intendono entrare nella “normale politica” di oggi: eppure i sondaggi si sprecano, con l’ultimo di Emg Acqua ad Agorà che dà il 15% incline all’idea di Santori candidato per il nuovo movimento di piazza. In generale, vi sarebbe un 30% di elettorato “interessato” alle proposte delle Sardine, con gli stessi fondatori che hanno fatto sapere come domani mattina dopo la manifestazione si terrà una riunione con tutti i referenti per fare “il punto” e orientarsi nelle iniziative dei prossimi mesi.



IL “CASO” CASAPOUND

Nel frattempo proprio da Roma è arrivato negli scorsi giorni, alla vigilia della manifestazione di Piazza San Giovanni, il primo vero “inciampo” mediatico per il giovane movimento multicolore: Stephen Ogongo, 45enne italiano nato in Kenya nonché referente per le Sardine di Roma: in una intervista al Fatto Quotidiano l’attivista anti-Salvini arriva a sostenere «Per me, almeno al momento, chiunque vuole scendere in piazza è il benvenuto. Che sia di sinistra, di Forza Italia o di CasaPound. Ai paletti penseremo dopo». Il partito di estrema destra, seppur stupito dall’invito, risponde presente e infatti oggi sarà proverò ad essere presente con un gruppo di militanti davanti a Piazza San Giovanni: ci proverà perché immediato la controreplica di Santori e delle Sardine “nazionali” ha chiuso subito l’invito iniziale, «le piazze delle sardine si sono fin da subito dichiarate antifasciste e intendono rimanerlo. Nessuna apertura a CasaPound, né a Forza Nuova. Né ora né mai. Dal 14 novembre scorso centinaia di migliaia di persone sono scese in piazza proprio contro quei partiti che con le idee e il linguaggio dei gruppi neofascisti e neonazisti flirtano in maniera neanche troppo nascosta. Stephen Ogongo ha commesso un’ingenuità». Così Mattia, Roberto, Giulia e Andrea assieme al gruppo 6mila sardine si dice dispiaciuto per “l’incidente”, pronti a tener chiusa la piazza per CasaPound che comunque si dice presente in piazza anche come forma di provocazione al giovane gruppo politico: «Ci dispiace che il concetto di apertura delle piazze sia stato travisato e strumentalizzato, ma non stupisce. In questo momento le piazze fanno gola a molti, lo avevamo già detto e lo ripetiamo. Rammarica che questo fraintendimento sia cavalcato da più parti. Ma è giusto dare una risposta netta. Le sardine sono antifasciste. Le sardine continueranno a riempire le piazze. Si decida da che parte stare. Noi lo abbiamo già fatto».