Silvia Sardone sotto scorta dopo le minacce di morte dei jihadisti. In prima linea per condurre le sue battaglie, l’europarlamentare della Lega e la sua famiglia sono finiti ne mirino dei malintenzionati. “Visto il mio modo di fare politica, vuol dire avere delle compressioni della mia libertà, ma va bene così, io di certo non mi fermo, non ho paura e vado avanti a testa alta. Dal 2021 ad oggi ho depositato sei denunce collettive verso chi mi ha minacciato e altre ne presenterò”, le parole della leghista ai microfoni di Libero. Intimidazioni giunte per le sue battaglie, ha aggiunto la Sardone, a partire dalla moschea di via Novara a Milano oppure contro l’obbligo del velo islamico per le donne: “Per l’islam radicale la donna è un oggetto e deve stare zitta e sottomessa. Capite che una come me è esattamente quello che loro non possono sopportare”.
Sardone: “Non riusciranno a zittirmi”
La cosa che dà più fastidio alla Sardone sono le minacce giunte ai figli: “Sui social postano quelle poche foto che ho pubblicato assieme a loro e scrivono sotto ‘li sgozzeremo’”. Ma l’esponente del Carroccio ha intenzione di portare avanti la sua battaglia di civiltà per un mondo libero e per non vedere cancellata la nostra storia, la nostra cultura e la nostra civiltà: “Vogliono annientare il nostro modo di vivere e noi non possiamo permetterlo”. Una cosa è certa, nessun ripensamento da parte sua: “Se rifarei tutto? Assolutamente sì e continuerò a farlo. Per i miei figli, per difendere la nostra cultura ela nostra civiltà.Questa è una battaglia che vale la pena combattere, per la quale vale la pena rischiare. Io sinceramente spero con le mie parole e con il mio lavoro di riuscire a gettare qualche germoglio nel cuore delle persone”.