Un italiano, S. A., è stato arrestato per l’omicidio di una giovane in Svezia nel 1995. La scomparsa di Sargonia Dankha, 21enne di origini irachene, naturalizzata svedese, di cui non è mai stato trovato il corpo, è stato per anni un vero e proprio cold case. Ora la svolta, con un anziano di Sanremo (Imperia) tratto in arresto dalla sezione di polizia giudiziaria del tribunale di Imperia, sotto il coordinamento della locale procura. L’ultrasettantenne è accusato di omicidio volontario aggravato dai motivi abietti e futili e soppressione cadavere.
A risolvere il caso sono stati proprio gli inquirenti italiani che, come riportato dal Corriere della Sera, nelle scorse settimane sono volati in Svezia, dopo che la famiglia della ragazza, mai arresasi alla sua scomparsa, ha sporto denuncia alla procura di Imperia tramite un avvocato di Milano. La procura al giornale di via Solferino ha espresso «soddisfazione per il lavoro di indagine svolto da oltre un anno in stretta cooperazione con la magistratura svedese, tramite l’invio di magistrati italiani e di ufficiali di polizia giudiziaria italiani che, trovando piena disponibilità nelle autorità svedese, hanno consentito di imprimere una svolta a un caso avvenuto 28 anni fa».
“SARGONIA DANKHA? FEMMINICIDIO ANTE LITTERAM”
Nonostante i gravi indizi contro l’uomo, che all’epoca dei fatti aveva una relazione altalenante con Sargonia Dankha, le autorità svedesi non lo avevano processato per omicidio in mancanza del cadavere della donna. Il sostituto procuratore Matteo Gobbi, che ha seguito il caso in Italia con il procuratore capo di Imperia, Alberto Lari, e la collega Maria Paola Marrali, è volato in Svezia, dove ha recuperato i faldoni dell’indagine svedese e li ha portati in Italia, per farli tradurre da un interprete nominato dalla procura.
Per gli inquirenti, l’uomo, che in Svezia gestiva un ristorante, avrebbe ucciso la compagna nel loro ultimo incontro e ne avrebbe nascosto il cadavere. Secondo l’accusa, le prove contro di lui sarebbero schiaccianti. «Si è trattato di un femminicidio ante litteram, maturato in un contesto di gelosia dopo la fine di una rapporto sentimentale tra il presunto omicida e la vittima. Mancando il cadavere, la magistratura svedese non poteva procedere per omicidio, ma la tenacia delle nostre indagini ha consentito di assumere elementi tali da consentire l’ordinanza di custodia cautelare», ha dichiarato Marrali al Corriere.
LE TRACCE E I MOTIVI DEL RILASCIO IN SVEZIA
Sargonia Dankha era stata vista viva l’ultima volta a Linköping, nella Svezia meridionale. Era il primo pomeriggio del 13 novembre 1995. Durante le indagini i poliziotti svedesi trovarono tracce di sangue e suoi capelli nel bagagliaio di una Ford Escort rossa, elementi che accreditarono la tesi dell’omicidio. In particolare, si riteneva che il cadavere fosse stato smembrato nella cucina del ristorante, per poi essere trasportato e scaricato in una discarica. L’uomo italiano fu arrestato dalle autorità svedesi subito dopo il presunto omicidio, ma fu rilasciato perché, in base alla giurisprudenza svedese, non si può riconoscere la responsabilità penale di un presunto assassino se il corpo della vittima non viene ritrovato. Quindi, il ristoratore abbandonò la Svezia, dove peraltro lasciò i figli, e tornò in Italia, stabilendosi a Sanremo, dove si è rifatto una vita con una nuova compagna.