Maurizio Sarri sarà esonerato dalla Juventus? Le indiscrezioni per il momento non trovano conferme, ma c’è una voce che si sta facendo largo all’indomani del pareggio deludente di Reggio Emilia: il tecnico toscano, pur completando la sua prima stagione come allenatore bianconero, sarebbe poi licenziato per non essere riuscito a cambiare le sorti del club. Ormai il quadro è chiaro: Sarri, che certamente non era la prima scelta di Andrea Agnelli (già poco convinto di dare il benservito a Massimiliano Allegri, ma convinto da Fabio Paratici e Pavel Nedved che puntavano forte su Pep Guardiola – da qui anche l’eventuale scossone societario che il presidente starebbe preparando), potrebbe anche vincere tutto ma certamente non ha portato quel salto di qualità che i tifosi si aspettavano e invocavano. Adesso infatti, dopo aver fatto un punto in tre partite, subito due rimonte e 9 gol e riaperto una lotta scudetto che sembrava chiusa, il parere medio dei tifosi è piuttosto univoco: tanto valeva tenere Allegri. Che nel suo ultimo anno ha espresso un gioco mediocre, senza picchi e mai spettacolare, soffriva contro qualunque avversario ma se decideva di non perdere non perdeva (salvo eccezioni, e qui bisognerebbe aprire il discorso Champions League) e che se non altro ha portato i risultati che ci si aspettava. Vale a dire, dominio nazionale e competitività internazionale, perché sarà anche vero che la Juventus perde le finali ma intanto con lui ci arrivava, e anche spesso.
SARRI ESONERATO DALLA JUVENTUS?
Di Sarri e del suo progetto si è detto tanto: ha capito presto che la sua Napoli era un’altra cosa, che nessuno gli aveva chiesto lo scudetto e che lui è arrivato a giocarselo con la spensieratezza dello spogliatoio. Adesso i detrattori dicono – e forse hanno ragione – che quando i partenopei hanno avuto i match point sulla racchetta li hanno sprecati, e che dunque Sarri non è quel vincente che si voleva far credere; non è mai bello commentare retroattivamente e infatti non lo faremo ma, giudicando l’esperienza bianconera, è innegabile dire che la Juventus ha mostrato un fianco che in epoca recente era sempre rimasto nascosto e forse non esisteva nemmeno. Appare complesso pensare che una squadra che ha in rosa Cristiano Ronaldo e Dybala, Higuain e Douglas Costa, Bonucci e De Ligt si faccia rimontare due volte in una settimana un vantaggio di due gol (e un’avversaria era il Sassuolo, con tutto il rispetto per l’ottima realtà di Roberto De Zerbi), che non veda palla per un intero tempo contro la pur meravigliosa Atalanta, che più o meno vada sotto con qualunque avversario. Possiamo riassumere in questo modo le partite bianconere dell’epoca recente, e non solo: 20-25 minuti di possesso palla e occasioni e poi, qualunque cosa succeda, la squadra smette di giocare. Problema psicologico? Scarsa personalità dell’allenatore? Tenuta fisica inadeguata? Chissà.
A questo punto, solo la vittoria della Champions League potrebbe salvare Sarri e forse nemmeno. Perché, volendo ragionare per come abbiamo sempre fatto in tutti questi mesi, il toscano sarebbe un semplice traghettatore “mascherato”: nell’impossibilità di confermare Allegri, la Juventus avrebbe puntato su un tecnico comunque valido e riconosciuto globalmente per condurre idealmente a fine ciclo un gruppo straordinario, e poi rifondare anche con la guida tecnica. Che sarebbe Zinedine Zidane o sarebbe Pep Guardiola, ma questi due allenatori sono difficili da prendere e cercano garanzie rispetto alla rosa; più il catalano a dire il vero, per Zizou potrebbe anche giocare l’affetto per il mondo Juventus e lo stimolo di una rosa da prendere all’inizio del percorso. Ovviamente, sono tutte valutazioni sulla carta: è impossibile sapere cosa alberghi nella mente dei diretti interessati e gli affari di calciomercato non sono mai delle scienze esatte, perché non lo è la mente umana e dunque il Guardiola che ha sempre preso squadre formate e piene di campioni potrebbe decidere, per assurdo ed estremizzando il concetto, di andare ad allenare una rosa Under 21. Tanto ha già vinto tutto, perché non provarci? Siccome però qualcosa bisogna ipotizzare, ragionando all’interno dell’ambiente bianconero possiamo dire che Sarri resterà comunque fino al termine della stagione, perché cambiare oggi e affidarsi a Gigi Buffon è un azzardo troppo evidente anche se la barca dovesse colare a picco.
ANDREA PIRLO, UNA SOLUZIONE “OVVIA”
Per il 2020-2021, voci inglesi hanno ripreso certe indiscrezioni di casa nostra e fatto rimbalzare il nome di Andrea Pirlo. A parere di chi scrive, pare maggiormente una suggestione giornalistica che un affare concretamente possibile: il Maestro all’estero è riconosciuto (giustamente) come uno dei più grandi calciatori mai transitati in generale, è un importante ex della Juventus, e soprattutto ha appena accettato l’incarico di allenatore dell’Under 23, che ripartirà ancora dalla Serie C. E’ quasi inevitabile unire i puntini, un atto dovuto al calcio poetico che si vorrebbe: Pirlo come Guardiola, dai giovani alla prima squadra di cui un tempo ha dettato i tempi dalla zona nevralgica del campo, un grande cervello al servizio di giocatori che potrebbero essere stati suoi compagni, eccetera eccetera. La realtà parrebbe diversa, almeno per il momento: certamente Agnelli nel richiamarlo all’ovile ha almeno parzialmente in mente un futuro come allenatore, ma quel futuro non è ancora arrivato. I tifosi, ovviamente, sarebbero entusiasti; il tema vero è che Pirlo non ha esperienze in panchina e il paragone con Guardiola regge fino ad un certo punto, perché comunque lui era già rientrato come tecnico nell’ambiente blaugrana e aveva in rosa Leo Messi, Samuel Eto’o, Xavi, Andrés Iniesta, Deco. Alcuni sono diventati fenomeni con lui ma certamente erano già sull’ottima strada, la Juventus al momento ha un gruppo da rifondare e che non ha troppe certezze.
Affidare a Pirlo la prossima Juventus apparirebbe più un azzardo che altro: a oggi, forse è vero che per ripartire alla grande con un progetto duraturo servirebbe qualcuno da fuori, uno straniero che piuttosto spezzi la lunga tradizione nazionale del club ma resetti il circondario. Didier Deschamps nel 2006 fu questo, e non fu casuale: anche lui un ex, anche lui giovane e in rampa di lancio, una soluzione che staccasse con il passato sicuramente, però a differenza di Pirlo aveva già portato il sorprendente Monaco alla finale di Champions League e il pedigree lo aveva guadagnato sul campo. Ancora oggi, Zidane ci sembra il nome più spendibile per la Juventus perché, a differenza magari di qualche tecnico emergente e pur bravissimo, sa già cosa significhi stare in una società simile. Detto questo, ripetiamo: da qualche parte bisogna pur cominciare e allora possono essere i benvenuti anche Julian Nagelsmann, Marco Rose, magari il già citato De Zerbi o signori di questo tenore. L’importante è che si capisca che un allenatore raramente vince o perde da solo, anche se fosse Jurgen Klopp o il primo arrivato: sicuramente però la prossima guida tecnica potrebbe essere importante nel costruire una squadra a sua misura, e allora forse le rivoluzioni potrebbero cominciare presto in questo senso…