Maurizio Sarri è stato squalificato per due giornate a causa del rosso rimediato in occasione di Milan-Lazio, gara valida per la terza giornata di Serie A andata in scena domenica. Il Giudice Sportivo ha infatti emanato in provvedimento in virtù del fatto che il tecnico ha “cercato uno scontro verbale con un calciatore della squadra avversaria, assumendo un atteggiamento intimidatorio e inveendo contro il medesimo con parole minacciose” e successivamente “contestato la decisione arbitrale proferendo espressioni blasfeme”.
L’allenatore toscano tuttavia non ci sta. Maurizio Sarri, nel corso della conferenza stampa della vigilia della gara di Europa League contro il Galatasaray, ha voluto raccontare la sua versione. “Non ho avuto né un comportamento violento né ho detto espressioni blasfeme. Ho già dato mandato ai miei avvocati di verificare se ci siano le possibilità di adire le vie legali ordinarie per ristabilire la verità”. Queste le sue dichiarazioni, in base a quanto riporta La Gazzetta dello Sport.
Sarri squalificato: la verità del tecnico della Lazio
Maurizio Sarri, dopo essere squalificato per due giornate, ha voluto raccontare per filo e per segno quanto accaduto al triplice fischio del match di domenica. Innanzitutto, la presunta lite con Alexis Saelemaekers. “Ho semplicemente detto al giocatore di avere maggiore rispetto. Invece a trenta metri c’è stato un altro calciatore del Milan (Zlatan Ibrahimovic, ndr) che ha preso per i capelli un nostro giocatore (Lucas Leiva, ndr). Mi sembra che questo sia un atteggiamento violento, non il mio. Ma lì non è stato preso alcun provvedimento, non capisco perché”, ha tuonato.
E sulle espressioni blasfeme: “Nel sottopassaggio ho solo detto l’arbitro ‘hai lasciato che un ragazzino mi prendesse per il culo per un quarto d’ora senza che né tu né il quarto uomo faceste niente. E poi che fai? Cacci me’. Ci sono almeno tre persone che possono testimoniarlo”, ha assicurato l’allenatore della Lazio. Il club capitolino, da parte sua, ha già pronto il ricorso.