Il padre di Antonello Lovato, l’imprenditore sotto inchiesta per la morte di Satnam Singh, è indagato per capolarato da cinque anni: a rivelarlo è il Tg La7, che nella sua edizione serale ha pubblicato alcuni stralci dell’avviso di chiusura delle indagini preliminari. Renzo Lovato, in qualità di rappresentante legale della cooperativa agricola, e il socio Massimo Varelli, secondo l’accusa, avrebbero ottenuto manodopera per i campi attraverso l’intermediatore di un caporale indiano. Inoltre, avrebbero approfittato dei braccianti, sfruttandoli: ad esempio, li pagavano meno di 8,65 euro, che è la soglia minima prevista dei contratti collettivi per quanto riguarda la provincia di Latina.
Il documento svelato dal telegiornale diretto da Enrico Mentana rivela che i due indagati sarebbero anche accusati della violazione continua delle norme sull’orario di lavoro, in quanto i braccianti arrivati dall’India lavoravano oltre 48 ore alla settimana, senza ricevere alcun pagamento degli straordinari. Viene anche contestato il mancato rispetto delle norme riguardanti sicurezza e igiene, perché in azienda non c’erano bagni per i dipendenti né camerini, neppure rubinetti e luoghi per consumare pasti. Nel mirino anche gli alloggi, le cui condizioni venivano definite «degradanti» dagli inquirenti. Le indagini hanno rilevato che i braccianti erano costretti a lavorare anche quando pioveva, venivano trasferiti sul luogo di lavoro in numero superiore a quello consentito e con auto spesso guaste. Lo stipendio mensile era di circa 100-110 euro per lavoratore.
MENTANA: “CAPORALATO? ERA TUTTO RISAPUTO”
Oltre a Renzo Lovato, risultato indagati anche altri 14 imprenditori di Terracina, Sabaudia e del Circeo che, come ricostruito da Tg La7, avrebbero ricevuto l’avviso relativo alla conclusione delle indagini, quindi è attesa la data dell’udienza preliminare che va fissata dal gup.
Il retroscena rivela, secondo quanto precisato dal direttore del telegiornale Enrico Mentana in un post che ha anticipato lo “scoop” giornalistico, come nell’agro pontino vi fosse «un esteso e sistematico regime di caporalato» e che l’azienda per la quale lavorava Satnam Singh, lasciato sotto casa dopo che aveva perso il braccio in un incidente sul lavoro, ne era un esempio risaputo, visto che Renzo Lovato, l’uomo che ha accusato la vittima di essere responsabile della «leggerezza» che gli è costata la vita e che «è costata cara a tutti» (e padre di Antonello, il 37enne sotto inchiesta per omicidio colposo, omissione di soccorso e violazione delle norme sulla sicurezza sul lavoro, ndr), è indagato da cinque anni per reati di capolarato. Leggere questo documento, conclude Mentana, fa indignare ulteriormente «perché tutto era già risaputo».