Il grande Saturnino, storico musicista e collaboratore di Jovanotti da una vita, è stato ospite stamane negli studi del programma di Rai Uno, Uno Mattina. Come è nata la sua carriera? Saturnino ha spiegato: “La mia carriera è partita grazie a papà che si è ritrovato in casa dei violini. Ad Sscoli c’era un famoso liutaio che faceva degli strumenti incredibili, avevamo anche noi un trisavolo liutaio e sono partito da questo grande violino. Giovanni Allevi, Dario Faini Dardust, Edoardo De Angelis che ha la cattedra di conservatorio a Torino, sono usciti tutti da Lì”.



Sulla sua collaborazione con Jovanotti, invece: “La scintilla con Lorenzo? Lo salutiamo e facciamo gli auguri di pronta guarigione, la scintilla è scattata in uno studio nel 1991 quando stava registrando ‘Una tribù che balla’, stava cercando un musicista giovane desideroso di fare delle cose e mi sono accorto di quanto sia importante che le persone parlino di te in tua assenza, io ero stato lì per registrare le canzoni di Gatto Panceri, e il padrone dello studio gli parlò bene di me”. Su Pino Daniele invece: “L’ho incontrato in un tour con Eros Ramazzotti, Jovanotti e appunto Pino Daniele, è stato un periodo incredibile, parlare di musica e di vita con un gigante come Pino Daniele è stato straordinario”.



SATURNINO E LA COLLABORAZIONE CON MINA: “HO FATTO FELICE I MIEI GENITORI”

Sulla collaborazione con Mina Saturnino ha svelato: “Un brano scritto a 4 mani con Daniele Magro. Io avevo questa melodia in testa da un po’ e Daniele ci ha scritto un testo che ritengo straordinario. Si è realizzato un sogno, sono riuscito a far felice tantissimo i miei genitori, papà e manna che sono in buona salute e stanno ad Ascoli piceno… quando gliel’ho detto è stata una sorta di certificazione una sorta di bollino blu per la carriera”.

Sulle Marche, la sua terra d’origine: “Cosa sono per me le Marche? Sarebbe bello mettere insieme tutti i musicisti delle Marche per fare un concerto. Stanno tutti lì. Dario… tutte le cose più interessanti negli ultimi anni portano la sua firma e il suo contributo”. Infine su La Cura: “Io ho suonato il basso, ogni volta che l’ascolto mi commuovo, ho contribuito in minima parte a quella che per me è la canzone d’amore più bella”.