Annalisa Chirico (e non solo lei, anche Nicola Porro) ha notato un piccolo dettaglio in merito alla presenza di Roberto Saviano ieri sera in piazza Duomo a Milano in mezzo circa 25mila “sardine”: nel giorno di massima “piena” di persone nel “nuovo” flash mob nato a Bologna contro la Lega di Matteo Salvini, lo scrittore di Gomorra ha scelto di scendere in piazza rivendicando la bontà del movimento a-partititico. Ecco che però si solleva la polemica, annosa, sulla sua scorta: «Una buona notizia c’è: se Roberto Saviano si avventura in una piazza gremita che, come spiega qualunque tecnico del Viminale, è di per sé un luogo ad alto rischio, evidentemente avverte anche lui un pericolo ridotto attorno a sé. Ha ritrovato un po’ di libertà. Contenta per lui», scrive la giornalista del Foglio su Twitter attirandosi non poche polemiche per quella che è ritenuta da parte del web come una «pessima battuta evitabile». Eppure la Chirico non è certo la prima volta che sommessamente nota l’incoerenza presunta di una “sbandierata” scorta personale (per rischio derivanti dalla criminalità organizzata della Camorr, ndr) e lo stile di vita dello scrittore napoletano.
SCORTA SAVIANO, QUANDO GRATTERI…
Già un anno fa dopo lo “scoop” de La Verità che parlava dei guadagni di Saviano, Annalisa Chirico aveva attaccato sempre sui social «Secondo La Verità @robertosaviano ha guadagnato 13 mln € in 10 anni. Non risultano smentite. Per carità, no pauperismo da queste parti. Si conferma però che l’antimafia, talvolta, si tramuta in professione lucrosa.Quando ciò accade pure la scorta diventa privilegio insindacabile». Ieri con le sardine in piazza Saviano ha lodato questo particolare movimento, rimanendo per almeno un’ora in mezzo a Piazza Duomo in mezzo ai 25mila partecipanti pacifici: «Questa piazza è bellissima perché non c’è nessun leader, nessuna volontà di dire vaffa o di fare rottamazioni ma questa è l’Italia che ha voglia di incontrarsi e ragionare». Nessuno scontro con Salvini dunque? Impossibile, lo scrittore ritorna sull’eterna polemica contro il leader leghista «Prendere un caffè con Salvini? Non credo, lui non vorrebbe. Al massimo me lo avvelenerebbe». Nessun accenno al fatto della scorta, oggettivamente un “problema” laddove vi si è inseriti in una piazza con almeno 25mila persone ammassate: tempo fa, dopo un altro scontro a distanza proprio sulla scorta tra Matteo Salvini e lo stesso Saviano (con il giornalista che aveva definito l’allora Ministro un «fastidioso parassita») era intervenuto sul Foglio il magistrato Nicola Gratteri che aveva commentato così «La scorta non è uno status symbol, chi se ne avvale deve usare rispetto. Quando vedo certi personaggi scortati che ogni sera vanno a cena fuori, e poi si concedono i dopocena, e poi vanno al cinema e allo stadio, mi domando se non abbiano paura. Io non percorro dieci metri senza scorta, non faccio un bagno al mare da quindici anni, in campagna guido il trattore circondato dagli agenti. Vivo in un Grande fratello permanente dove la privacy non esiste. Se devo incontrare qualcuno, preparo un’insalata di pomodori a casa».