Matteo Salvini e Roberto Saviano rischiano di ritrovarsi in tribunale. La lite social tra il leader della Lega e lo scrittore riguardo i presunti legami con la Russia ha spinto il primo a denunciare l’altro. Infatti, il segretario del Carroccio ha deciso di procedere con una querela. A innescare lo scontro è stato proprio lo scrittore di Gomorra che su Facebook ha accusato Salvini e Silvio Berlusconi di essere “i più fedeli sostenitori di Putin“, aggiungendo che i loro rapporti sono “indecorosi e ambigui“.
Nella foto che è stata allegata al post c’è l’accusa più pesante, quella che ha spinto Salvini a reagire. “La notizia della spia russa infiltrata per 10 anni in Italia non deve stupire. I reali agenti che hanno agito per Putin senza nascondersi e senza documenti dell’Fsb sono Matteo Salvini e Silvio Berlusconi“, ha scritto Saviano. Ma la storia della spia russa infiltrata nella base Nato di Napoli, lanciata giorni fa da Repubblica, nulla ha a che vedere con i presunti rapporti tra Salvini, Berlusconi e il Cremlino.
SALVINI A SAVIANO “COMUNISTI HANNO PRESO SOLDI DA RUSSIA”
Matteo Salvini ha voluto rispondere a tono a Roberto Saviano. “Io ho sempre difeso l’interesse nazionale italiano, nel mio Paese e nel mondo, a testa alta“. Il leader della Lega ha rimarcato che “a prendere i soldi dei russi per anni sono stati i comunisti tanto cari a Saviano, non certo i leghisti“. L’ex ministro dell’Interno ha quindi rivendicato i risultati del suo lavoro. “Da ministro ho combattuto le mafie coi fatti, con leggi e sequestri, abbattendone ville e confiscandone patrimoni. C’è chi chiacchiera e copia, c’è chi fa e ottiene risultati“. Proprio nel post scriptum rivela poi l’intenzione di denunciarlo, rivolgendosi direttamente allo scrittore: “Caro Roberto, hai vinto una querela che spero servirà a portare soldi a qualche associazione di volontariato che combatte la mafia coi fatti, non con le parole“.
Non si è fatta attendere la controreplica di Roberto Saviano: “Salvini spera forse di potermi querelare di nuovo su carta intestata del Viminale con l’appoggio del governo… come ha fatto al tempo del Conte I. Ma pare ignorare che quella foto sulla piazza Rossa e tutta la sua sperticata difesa di Putin, da lui definito come leader democratico mentre ammazzava i suoi oppositori politici, renderà impossibile questa eventualità. Se poi mi vuole querelare, che lo faccia. Magari avrà voglia di venire a riferire sotto giuramento sui suoi rapporti con il regime russo“.