Non si placa lo scontro a distanza tra Roberto Saviano e Matteo Salvini. L’autore di Gomorra è tornato ad attaccare il ministro dell’Interno per il caso Open Arms, «il suo destino è la galera», accendendo il dibattito sul web. Non è tardata ad arrivare la presa di posizione del filosofo Diego Fusaro: «Così sermoneggiò il bardo cosmopolita dal suo sontuoso attico di Nuova York, con il cappello tripunte da giullare collocato sul capo, sempre intento a difendere gli interessi del padronato cosmopolitico dei porti aperti e del libero profitto cosmopolita». Questo, invece, il commento di Piero Sansonetti ai microfoni di Formiche: «In queste ore sta montando un clima manettaro. L’articolo di Roberto Saviano su Repubblica in cui augura il carcere a Salvini è clamoroso. Perché? Sottende l’idea per cui il “bene” deve governare e chi non sta dalla sua parte merita la prigione». Per il momento non è arrivata la contro-replica del segretario federale della Lega, già negli scorsi mesi protagonista di un vivace ‘duello’ a distanza con lo scrittore campano. Attese novità a stretto giro di posta… (Aggiornamento di Massimo Balsamo)



SAVIANO VS SALVINI: “ANDRA’ IN CARCERE”

Roberto Saviano attacca Matteo Salvini: l’atto della “sfida” tutta mediatica-social-politica avviene ancora una volta sul fronte migranti, con questa volta la nave Open Arms protagonista sullo sfondo dell’accesa battaglia a distanza tra lo scrittore partenopeo e il Ministro dell’Interno, ribattezzato ancora una volta da Saviano come il “MinistroDellaMalavita”. Dal caso Russiagate, alla folle crisi di Governo fino al niet sullo sbarco dei migranti dalla Open Arms (salvo cedere poi nelle scorse ore all’uscita dei minori su pressione del Premier Conte, ndr) Saviano attacca Salvini a tutto spiano con un post al veleno sui social: «I 134 migranti a bordo della #OpenArms, dopo essere stati ostaggio dei banditi libici, ora lo sono del bandito politico Matteo Salvini, il #MinistroDellaMalaVita. Ma il destino di Salvini è il carcere, e questo lo sta capendo anche lui; basterà che si spengano le luci». Su Instagram poco dopo il concetto di Saviano viene esteso e spiegato meglio dallo scrittore tra i “guru” della netta e forte opposizione al “Capitano” più discusso dell’intera storia politica italiana. «Bandito politico Matteo Salvini, il #MinistrodellaMalaVita che siede – speriamo ancora per poco – a capo del Viminale. Una tortura fine a se stessa, che non riesce nemmeno più a distrarre dalla irresponsabilità e da una conclamata incapacità politica», attacca ancora Saviano.



GUERRA SALVINI-SAVIANO, PUNTATA NUMERO INFINITO…

La “guerra” tra i due è giunta ormai alla puntata numero “infinito” e non si accenna a diminuire il senso della sfida spesso mediatica prima ancora che fattuale: per Saviano il destino del leader leghista, al netto delle crisi di Governo o presunte tali, è già scritto «è il carcere, e questo lo sta capendo anche lui; basterà che si spengano le luci. Non sappiamo quando né come, ma si può scappare una volta, magari due, poi però arriva il momento in cui si dovrà rendere conto delle proprie nefandezze. Speriamo che almeno in quel momento sia in grado di mostrare un minimo di onore». Salvini replica, questa volta in tono “minore” e sui social si limita ad un «il Signor Saviano mi vuole vedere in galera. Che faccio amici, gli do retta e mi dimetto o tengo duro?», dunque per stavolta niente querela. Stamattina però lo scrittore di Gomorra ha voluto controbilanciare lo “sberleffo” del vicepremier aggiungendo «“Tengo duro” ovvero “mi attacco alla poltrona”: vuoi mettere la differenza che c’è tra scappare da ministro o da comune mortale? Nel secondo caso ti beccano immediatamente; nel primo, degli utili idioti che ti salvano la pelle li trovi sempre. Capitano codardo». Arrivederci alla prossima puntata..