Il consiglio comunale di Verona ha dato il via libera alla revoca della cittadinanza onoraria conferita a Roberto Saviano nel 2012. La proposta è arrivata da Alberto Zelger, esponente della Lega, ed è passata con 20 voti a favore, 7 contrari e un astenuto. Come riportato dai colleghi de L’Arena, la proposta di revoca è arrivata per diversi motivi, tra cui il fatto che Saviano non avrebbe «mai sentito la necessità di ringraziare il Comune di Verona per tale riconoscimento o abbia espresso la volontà di venire a ritirarlo».



Ma non solo, come dicevamo. Il leghista Zelger ha evidenziato nella sua proposta che Roberto Saviano è stato condannato per plagio nel 2017 in Cassazione per alcuni articoli di giornale contenuti nel suo libro “Gomorra”. Non sono inoltre passate inosservate le posizioni a favore del sindaco di Riace, Mimmo Lucano, e della capitana della Sea Watch 3, Carola Rackete. E ancora, spiega il quotidiano, Zelger ha acceso i riflettori sulle pesanti critiche rivolte all’ex ministro Salvini ed a Giorgia Meloni.



VERONA REVOCA CITTADINANZA ONORARIA A SAVIANO

Come riporta Repubblica, Zelger ha tenuto a rimarcare: «Saviano è diventato un personaggio provocatorio, irrispettoso dei suoi avversari politici: nessuno mette in discussione il suo impegno contro la camorra, ma il suo delirio egocentrico lo porta ad attaccare rappresentanti del popolo colpevoli soltanto di avere un’opinione diversa dalla sua su più questioni: dalla liberalizzazione della droga all’immigrazione».

«Questo provvedimento non riguarda solo me, ma vuole zittire ogni spinta contraria al pensiero unico dei consiglieri di maggioranza e del loro partito. Un’ideologia che vuole ottundere il pensiero critico e mettere al bando ogni ragionamento e proposta su temi controversi. “Non è nostro concittadino chi non la pensa come noi”, ecco cosa vuole dire», la rabbia di Roberto Saviano in un lungo post su Facebook: «Ma Verona è molto meglio dei guitti che la rappresentano ora in Consiglio comunale: esiste una città che so essere aperta e plurale, contrariamente a come certe amministrazioni si sforzino di rappresentarla».