LA VERSIONE DI SAVOINI SUL RUSSIAGATE: “SINISTRA FA PAURA, TI FANNO FUORI”

Dopo il doppio scoop lanciato da “La Verità” sulla ricostruzione di come andò realmente l’inchiesta dell’Espresso (e della Procura) sul caso Russiagate (ovvero i presunti fondi ricevuti dalla Lega direttamente da Mosca), parla a “Libero Quotidiano” Gianluca Savoini, il protagonista di questa fantomatica vicenda in corso ormai da 5 anni. «C’è da avere paura. Questi sono imbrattacarte, pseudo-giornalisti al servizio della stampa di sinistra inserire in un sistema globale, gente che con falsi scoop fa carriera».



É durissimo Savoini nell’attaccare quello che sembra ora apparire in una luce diversa dopo le rivelazioni de “la Verità”: «io non ce l’ho con i giudici, lo voglio sottolineare, era ovvio che dopo quelle balle rimbalzate in tutto il mondo aprissero un’inchiesta». Di fatto poi è stato lo stesso Gip lo scorso aprile ad archiviare tutto, proprio riconoscendo che l’impianto di accuse non stava in piedi e che non ci furono fondi dati da Mosca alla Lega: «la regia è la stessa che ha colpito Trump col falso Russiagate all’americana: soldi, relazioni pericolose, documenti». Secondo Savoini da Trump alla Lega, tutto è finito «vergognosamente nel nulla. Questi hanno due modi di agire: se non riescono a comprarti provano a toglierti di mezzo».



“TRAMITE ME VOLEVANO COLPIRE SALVINI”: COSA HA DETTO SAVOINI A “LIBERO”

La tesi di Savoini è netta: siccome la Lega a quel tempo veleggiava verso il 35% in periodo di Elezioni Europee, si è tentato con il “caso Russiagate” di eliminare politicamente Matteo Salvini: «Sin dall’inizio si sapeva che sarebbe andata così, un nulla di fatto, nato dopo un tentativo ben orchestrato di aggressione mediatica internazionale, la Lega di Salvini al 34% dava troppo fastidio», spiegava lo scorso aprile al termine dell’inchiesta ancora Gianluca Savoini a “Adnkronos”. Quanto accadde tra il 2018 e il 2019, rileva l’ex portavoce dell’attuale vicepremier, fu una vera e propria «macchinazione delle centrali globaliste e mondialiste che vedevano nella Lega di Salvini, reduce dal clamoroso 34% alle europee del 2019, un rischio. Lo scandalo, il Russiagate, nacque per colpire tramite me lo stesso Salvini».



Il leader della Lega non c’entrava nulla e infatti non venne indagato, concluse Savoini dopo l’archiviazione, «io ero stato suo portavoce, ero nella Lega da 30 anni e seguivo le relazioni con la Russia. Erano tutte alla luce del sole perché io volevo solo salvare l’economia italiana, volevo buoni rapporti con Mosca per tutelare le nostre aziende, che le sanzioni eurostatunitensi stavano affossando». Nell’intervista odierna a “Libero” Savoini fa un passo in più e sottolinea come non sia soltanto la Lega ad essere nel mirino della sinistra: «la missione di certi media è di colpire tutto il Centrodestra, pensi alla bufala sulle lobby nere su Fratelli d’Italia creata da Fanpage e pompata da certi talk show, le valigette, i saluti romani. Ci provano con queste cose qua, sono ridotti così. Gli stessi poteri hanno provato a eliminare anche Berlusconi perché non volevano che collaborasse con Putin, naturalmente mi riferisco al pre-guerra». Secondo Gianluca Savoini quei “poteri” di cui parla hanno legami anche oltre l’Italia: «le posso dire – chiosa con “Libero” – che appena uscita questa gigantesca bufala sull’Espresso ho incontrato una persona molto vicina a Trump, di cui non posso fare il nome per riservatezza, che mi ha detto “State tranquilli che è una fake news ma state attenti perché non finirà qui”».