Potrebbe essersi trattato di un incidente oppure di semplice e casuale fatalità, ma anche di un vero e proprio sabotaggio dalle tinte terroristiche e mentre restano aperte tutte le piste per ora di certo c’è solamente che la petroliera Seajewel è stata danneggiata mentre si trovava ancorata al porto di Savona dove avrebbe dovuto scaricare – appunto – del petrolio: un incidente che sarebbe potuto costare uno dei più grandi disastri ambientali degli ultimi anni a due passi dalle coste liguri e che fortemente – almeno, per ora – sembra essere stato sventato con la petroliera Seajewel che pur essendone uscita ammaccata, resiste senza sversamenti petroliferi marittimi.
Partendo dal principio, ciò che sappiamo per certo di questa vicenda ancora tutta da scrivere è che la petroliera è arrivata al porto di Savona lo scorso venerdì 14 febbraio, dove avrebbe dato il via alle consuete operazioni di scarico del petrolio: proprio in quel momento l’equipaggio a bordo avrebbe udito due distinti boati – forse esplosioni -, lanciando immediatamente l’allarme alla Capitaneria di porto che ha attivato i normali protocolli antincendio e antinquinamento bloccando le operazioni di scarico e mandando alcuni sommozzatori per verificare gli eventuali danni; constatando al contempo che nessuno sembra essere rimasto ferito.
Cos’è successo alla petroliera Seajewel ormeggiata a Savona: l’ombra del terrorismo internazionale anti-Russia
Proprio qui inizia il mistero della petroliera Seajewel con i sommozzatori che hanno notato – poco sotto la linea di galleggiamento – una bombatura dello scafo verso l’interno, come se avesse urtato qualcosa, oppure fosse stato coinvolto in un’esplosioni: immediato ed ovvio l’avvio delle indagini che per ora tengono aperte tutte le possibili piste partendo – appunto – dall’incidente, passando per la possibile (ma leggermente improbabile) presenza di un ordigno bellico della Seconda guerra mondiale in acqua ed arrivando fino al sabotaggio e al terrorismo; al punto che sembra essere stata coinvolta anche la sezione antimafia e antiterrorismo della procura genovese.
Complessivamente ad avvalorare la tesi di un possibile sabotaggio terroristico della petroliera Seajewel ci sarebbe – oltre alla tipologia di danno ascrivibile ad un’esplosione dall’esterno dello scafo, ai boati uditi a bordo dell’equipaggio e alla singolare moria di pesci nel luogo dell’attracco – un elemento importante: la nave ormeggiata a Savona (che batte bandiera di Malta) era partita dall’Algeria e secondo un’inchiesta di Ukrainska Pravda sarebbe una delle petroliere ombra della Russia con le quali aggira la sanzioni consegnando petrolio alla Turchia che – poi – viene ridistribuito virtualmente pulito dalla sua origine in UE.