Sbarchi selettivi, il decreto del governo è “illegittimo”
Lo scorso 4 novembre Giorgia Meloni ha imposto alle navi delle ONG operanti nel Mediterraneo gli “sbarchi selettivi”. Il decreto interministeriale è durato però solo quattro mesi: una sentenza del Tribunale civile di Catania lo ha dichiarato illegittimo. Come ha spiegato il presidente Marisa Acagnino, “se non fosse cessata la materia del contendere, per l’avvenuto sbarco, il ricorso sarebbe stato accolto con conseguente condanna dei ministeri al pagamento delle spese del giudizio”.
La sentenza ha accolto il ricorso di 35 migranti della Humanity 1, poi sbarcati nel porto di Catania l’8 novembre 2022. Come da decreto, è avvenuta una selezione in base alle condizioni di salute. Erano stati lasciati a bordo i 35 uomini ritenuti “sani”: con loro a bordo la nave della ONG tedesca Sos Humanity sarebbe dovuta tornare in mare lasciando le acque territoriali italiane. Secondo il Tribunale di Catania, si sarebbe impedito “in modo discriminatorio il diritto al salvataggio e l’accesso alla procedura di asilo”.
Sbarchi selettivi, Accagnino: “Assistenza senza distinzione”
Come si legge ancora nella sentenza del presidente Marisa Acagnino, “Fra gli obblighi internazionali assunti dal nostro Paese vi è quello di fornire assistenza ad ogni naufrago, senza possibilità di distinguere, come sancito nel decreto interministeriale, in base alle condizioni di salute”. Ad avviare il procedimento giudiziario accelerato presso il Tribunale civile erano stati i 35 migranti rimasti a bordo, per chiedere che fosse garantito il loro diritto di richiedenti protezione all’accesso alla procedura di asilo a terra.
Dopo lo sciopero della fame autoimposto, tutti i 217 migranti rimasti a bordo della nave Geo Barents di Medici Senza Frontiere approdata nelle stesse ore, erano scesi a terra. Lo sbarco aveva impedito ai giudici di deliberare per fermare la condotta illecita da parte dell’Italia e condannare i ministeri che avevano firmato il provvedimento. Il presidente della sezione immigrazione del Tribunale civile di Catania ha spiegato ancora che “In presenza di domanda di protezione internazionale sorge l’obbligo dello Stato italiano a registrare tale domanda, consentendo la regolarizzazione, seppure temporanea, della permanenza del migrante nel territorio dello Stato”.