Oggi, giovedì 6 giugno 2024, cade l’importante anniversario dello Sbarco in Normandia, una pagina fondamentale della Seconda guerra mondiale e che permise – nell’arco di poco più di un anno – di liberare l’Europa quasi completamente invasa dalle truppe nazifasciste e distrutta nel corso dei 6 lunghissimi anni di guerra. Una pagina storica – appunto – scritta per volere e grazie agli sforzi di due figure oggi consegnate agli annali della storia occidentale: da un lato quel Winston Churchill che riuscì a far parlare Stati Uniti, URSS e Gran Bretagna per giungere all’accordo che aprì le porte allo Sbarco in Normandia; dall’altro il generale americano Dwight Eisenhower che pianificò l’azione, guidò le truppe e – soprattutto – riuscì a cogliere impreparati i nazisti guidati dal feroce comandante Erwin Rommel.
Consolidando una tradizione che si ripete ormai da decenni, nella giornata di oggi in tutta Francia si tengono decine e decine di iniziative per ricordare i martiri che si immolarono su quelle spiagge e sui territori francesi per scrivere la storia; mentre i leader di mezzo mondo si sono riuniti – con lo stesso obiettivo – sulle cinque spiagge che 80 anni esatti fa furono protagoniste dallo Sbarco in Normandia, dalla famosissima Omaha beach fino alla meno famosa Utah, passando anche per le sempre dimenticate Juno, Sword e Gold.
Lo sbarco in Normandia, l’operazione Overload e l’obiettivo di liberare tutta l’Europa: cosa successe il 6 giugno 1944
Tornando sotto quella leggera pioggia – che si sarebbe rivelata fondamentale per la buona riuscita del piano ideato da Eisenhower – che copriva la Normandia nel giorno dello Sbarco del 1944, infatti, si tende a dimenticare che l’arrivo delle truppe angloamericane ad Omaha beach fu solamente la più famosa (e cruenta) delle operazioni che si svolsero quel giorno. Complessivamente furono coinvolti il più grande numero di veicoli militari – e parliamo di più di 6mila navi e 11mila aerei – che la storia ricordi, oltre ai quei 156mila soldati Alleati protagonisti effettivi dello Sbarco in Normandia e ai circa 50mila nazisti colti alla sprovvista: il bilancio alla fine fu impietoso, con circa 18mila tra gli Alleati e l’Asse formata in quel momento solo più dalla Germania nazista.
Ma oltre alle vittime e ad una cronaca che ormai è ben nota, ad oggi si tende a dimenticare che il cosiddetto D-Day fu solamente una minima parte dell’intera operazione ‘Overload’, iniziata appunto in quel piovoso 6 giugno del 1944 con lo Sbarco in Normandia e che si concluse il 30 agosto dello stesso anno. Le truppe, infatti, una volta arrivate sul territorio francese hanno dovuto ancora conquistare prima la città di Cherbourg che gli avrebbe fornito un porto (trovato distrutto ma ricostruito in tempo record) per le navi militari americane, poi quelle di Caen e Saint-Lô – che erano degli importanti snodi ferroviari – ed infine la città di Avranches: la Normandia ad agosto in mano agli Alleati e da lì sarebbe partita la liberazione d’Europa e i successivi 30 anni di sviluppo industriale, economico e soprattutto sociale.