Se per Landini e Bombardieri lo sciopero indetto contro la Manovra è «giusto e motivato da una Finanziaria iniqua», per il secondo sindacato nazionale per iscritti – la Cisl – lo strappo di Cgil e Uil è stato «sbagliato, esasperato, distorto».

A dirlo è il segretario Cisl Luigi Sbarra, dialogando col “Mattino” e col “Corriere della Sera”: il sindacato “bianco” non ha aderito alla protesta di 8 ore prevista per il prossimo 16 dicembre e contesta la scelta dei due colleghi tanto nel merito quanto nella forma. «Tra contagi e ripresa è un errore lo scontro con il Governo in questo momento», riflette Sbarra, aggiungendo al suo ragionamento «Nel metodo è una scelta sbagliata perché il Paese è ancora stretto nella emergenza pandemica e cerca faticosamente di agganciarsi a una ripresa economica che richiede il massimo di coesione e partecipazione e non il conflitto. Nel merito perché la mobilitazione responsabile e costruttiva messa in campo unitariamente in quest’ultimo mese ha prodotto molti miglioramenti della manovra». Quando gli viene chiesto di mandare un messaggio a Landini e Bombardieri, Sbarra si fa più serio e – in un clima di concordia che permane – esclama, «Vorrei metterli in guardia dal rischio di isolare, con questa scelta improvvida e sbagliata, il mondo del lavoro in un momento delicato».



I NUMERI DELLA MANOVRA “LETTI” DALLA CISL: “SU COSA DOVREMMO INCENDIARE LE PIAZZE?”

Certo, non mancano le critiche anche della Cisl alla Manovra di Bilancio in via di approvazione del Governo Draghi: il problema è porre il dialogo sul crinale pericoloso dello scontro istituzionale. Su questo Sbarra non ci sta, augurandosi di recuperare non solo l’unità sindacale ma anche la possibilità di intavolare il confronto con l’esecutivo su pensioni, fisco e tasse: «Una scelta legittima nell’aria da giorni, ma frutto di una valutazione davvero esasperata e distorta». Il segretario della Cisl “legge” poi i numeri principali della Finanziaria e si chiede dove Cgil e Uil ci vedano il pericolo per la tenuta sociale: «La legge di Bilancio stanzia 5,5 miliardi sugli ammortizzatori sociali, cioè 2,5 in più rispetto a ottobre. Ci sono 8 miliardi sulla sanità in tre anni mentre il governo era partito solo con 2 nel 2022. Sul Fisco viene ridotta l’Irpef per 7 miliardi, l′85% concentrato su lavoratori dipendenti e pensionati fino a 50 mila euro di reddito e i dipendenti con retribuzioni fino a 30 mila euro avranno anche una decontribuzione che vale 1,5 miliardi». Per il n.1 Cisl in Manovra si trovano anche più risorse per i contratti pubblici, circa 800 milioni in più contro il caro-bollette oltre al rialzo della no tax area per i pensionati a 8.500 euro e la piena rivalutazione delle stesse pensioni: «Nella manovra restano ancora delle ombre e faremo pressione sul Parlamento per toglierle, ma complessivamente non vedo su cosa dovremmo incendiare le piazze».



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