Luigi Sbarra, segretario generale della sigla sindacale Cisl, ha commentato la Manovra del governo sulle pagine del Giornale, esprimendo la sua felicità per alcuni punti, ma criticando l’aspetto riguardante le pensioni. “Contiene sicuramente cose giuste e che raccolgono le nostre proposte e rivendicazioni”, spiega, “proroga sul taglio contributivo, risorse per rinnovare i contratti, primi investimenti sulla sanità, sostegni alle famiglie, proroga della detassazione sulla contrattazione di secondo livello”. Tuttavia, Sbarra ci tiene a porre l’accento sulle pensioni, per le quali sono stati previsti alcuni tagli, ignorando completamente le promesse di includere nelle decisioni anche le maggiori sigle sindacali, tra le quali ovviamente la sua Cisl.



Sbarra: “Inaccettabile il ritorno alla Legge Fornero nelle pensioni”

Spiegando il suo punto sulle pensioni, Sbarra sottolinea che “non ci convincono i tagli. Il governo si era impegnato a individuare soluzioni nel confronto con il sindacato”, ma di contro emergono “elementi che vanno nella direzione opposta, irrigidendo i vincoli della Legge Fornero, non assicurando la piena indicizzazione all’inflazione delle pensioni oltre 4 volte l’assegno minimo, penalizzando i trattamenti dei lavoratori pubblici”, ignorando il tema “della pensione di garanzia per i giovani [e] non incentivando la previdenza complementare”.



Continuando il suo ragionamento, Sbarra spiega che “l’obiettivo, su cui l’esecutivo di aveva dato rassicurazione, è intraprendere la strada che porti al superamento della Legge Fornero“, ma di contro “in alcune bozze si va in controtendenza, con lo strappo degli affidamenti che ci eravamo dati”. Il segretario della Cisl ci tiene, in particolare, a sottolineare che “non accettiamo che gli accordi presi con il sindacato siano oggetto di ulteriori scambi tra forze e partiti“. Analizzando, infine, quelle che sono le loro priorità, Sbarra cita l’estensione del “contributo di solidarietà alle multinazionali che hanno registrato profitti altissimi”, ma anche “il tema aperto dell’evasione fiscale che sottrae dalle casse statali quasi 100 miliardi l’anno” i quali proventi andrebbero “restituiti a lavoratori, pensionati e famiglie”.

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