Non parla né di pace né di guerra Luigi Sbarra in merito al suo rapporto con Maurizio Landini. Il segretario generale della Cisl lo definisce «dialettico e franco» e invita a concentrarsi su problemi reali dell’Italia. Quando l’Avvenire gli fa notare nell’intervista che c’è l’impressione di una divaricazione crescente tra le finalità dei sindacati Cgil e Uil, Sbarra rivendica la linea della Cisl: «Autonomia dalla politica, affidabilità negoziale e senso di responsabilità» in questi anni, «senza velleitarismi, populismi, demagogia sindacale». Ma non manca una frecciata quando rimarca che non ci siano stati «colpi di fulmine per alcun governo». A proposito di problemi veri, come quello della precarietà, Sbarra suggerisce di «guardare i dati con realismo», anche perché l’osservatorio della Cisl «registra una crescita molto significativa dell’occupazione a tempo indeterminato, che rappresenta quasi l’80% degli oltre 500mila nuovi posti creati nell’ultimo anno».
Inoltre, evidenzia che «negli ultimi 10 anni il lavoro dipendente stabile è aumentato di quasi due milioni di unità, i contratti a termine sono calati dal 19,9% del 2015 al 13,9% del 2023». Ma per Sbarra il trend va completato, e lo si può fare costruendo «le condizioni di significativi aumenti salariali, potenti strumenti di politica attiva e di innalzamento delle competenze». L’auspicio del segretario della Cisl è che col governo e con Orsini, nuovo presidente di Confindustria, «si possa presto aprire un confronto per rilanciare crescita e produttività, valorizzando la contrattazione».
“ITALIA “SQUARCIATA” DA PRECARIETÀ? NARRAZIONE SBAGLIATA E DANNOSA”
Luigi Sbarra unisce poi la Cisl ai detrattori del referendum Cgil contro il Jobs Act «per ragioni di merito». Pur ritenendola «una riforma priva di lacune», la ritiene in generale in grado di «dare una visione nuova e un impulso forte verso un sistema di protezione coerente con le profonde trasformazioni della nostra società». All’Avvenire ribadisce che è «sbagliata la narrazione di un Paese “squarciato” dalla precarietà e dannosa, per i lavoratori prima di tutto, la retorica sull’articolo 18», che il segretario della Cisl definisce «un feticcio ideologico che ha avuto senso in un contesto completamente diverso da oggi». Di certo per Sbarra non si possono affrontare nuovi problemi con vecchi strumenti. Quel che bisogna fare è rafforzare i centri per l’impiego e costruire un nuovo Statuto della persona nel mercato del lavoro.
Per quanto riguarda l’iniziativa sulla partecipazione dei lavoratori all’impresa, l’auspicio è che diventi legge entro fine anno. «Sarebbe un errore non cogliere questa occasione». Sbarra è critico nei confronti di Cgil e Uil anche per quanto riguarda lo sciopero di giovedì 11 sulla sicurezza del lavoro e contro la riforma fiscale. Pur rispettando la scelta, ritiene che non si possa «ridurre tutto a un grido emotivo, alla fiamma di uno sciopero di pancia che grava, tra l’altro, solo sulle tasche dei lavoratori, già provate». Bisogna, invece, rafforzare e stabilizzare il confronto col governo. Riguardo l’introduzione della patente a punti, «c’è ancora da fare verso un vero Patto per la sicurezza», ma accoglie l’iniziativa.
DA STELLANTIS AI CONTI PUBBLICI E LA SETTIMANA CORTA: LA LINEA DI SBARRA
A preoccupare è invece Stellantis per i segnali di incertezza sugli stabilimenti in Italia. Infatti, Luigi Sbarra promuove la scelta del governo di chiedere impegni precisi e garantisce ai lavoratori il sostegno. «Finora le risposte dell’azienda sono state del tutto insufficienti. Occorre alzare i volumi e la produzione con nuovi modelli in tutti gli impianti. E gli incentivi vanno incrementati e resi strutturali». Ma ciò, aggiunge all’Avvenire, non deve diventare un pretesto, perché Stellantis ha la forza per essere competitiva. Molto delicata è la fase che si sta aprendo riguardo i conti pubblici, con il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti che ritiene scontata la procedura Ue per alto deficit. D’altra parte, si aprono delle opportunità. «La nostra ricetta è chiara: razionalizzare la spesa improduttiva e recuperare risorse, tagliare miliardi di fondi distribuiti a pioggia e soprattutto introdurre un contributo di solidarietà per le multinazionali di logistica, economia digitale e farmaceutica, aumentare il carico fiscale sulle grandi rendite».
Per Sbarra va inasprita la battaglia contro l’evasione fiscale con la creazione di un Fondo per l’economia reale che «canalizzi, su base volontaria e con adeguate garanzie statali e rendimenti, quote di risparmio degli italiani». Ma il segretario Cisl suggerisce una riunione tra istituzioni e parti sociali. Infine, definisce «una via percorribile» quella della settimana corta, su cui il sindacato da lui guidato «ha fatto storicamente da apripista. Norme legislative indifferenziate, però, sarebbero sbagliate e inapplicabili. Bisogna partire pure qui dalle relazioni industriali».