C’è una sorprendente frattura che si sta consumando tra i sindacati. Tutto è partito da Maurizio Landini, insofferente per le resistenze della Cisl nel sostenere le sue posizioni antigovernative. «Un anno e mezzo fa abbiamo presentato una piattaforma unitaria di Cgil, Cisl e Uil sulla sicurezza. Non abbiamo avuto alcuna risposta e i morti continuano ad aumentare. È il momento di sostenere la mobilitazione. Se poi qualcuno si è preso un colpo di fulmine per il governo mi dispiace molto per lui», il commento velenoso del leader della Cgil a margine dell’assemblea a Firenze dei delegati e dei rappresentanti per la sicurezza dei lavoratori del sindacato rosso e della Uil. Un colpo basso quello di Landini, sferrato mentre si affronta uno dei temi più delicati per il mondo del lavoro.
La risposta di Luigi Sbarra, come riportato da Libero, non si è fatta attendere: «L’unico colpo di fulmine di cui la Cisl si vanta, e dal 1950, è quello che l’ha fatta innamorare della sua autonomia, della libertà, del riformismo e della lontananza dall’ideologia». Sbarra si è poi rivolto direttamente a Landini, affermando «che forse è vittima di un colpo di sole, date le temperature in aumento». Ma a Landini ha chiesto anche «serietà e soprattutto rispetto per una grande organizzazione come la Cisl. Una comunità di milioni di persone che non accetta egemonie da parte di nessuno, che non ha governi amici né nemici, che sa ragionare con la propria testa».
SBARRA ALL’ATTACCO “LANDINI? IL ‘900 È FINITO DA UN PEZZO”
Luigi Sbarra attacca Maurizio Landini anche per aver fatto scoppiare una polemica attorno a «un tema drammatico come quello delle morti sul lavoro», che è «una piaga che interroga anche la responsabilità delle parti sociali e richiede non fiammate demagogiche, scioperi compulsivi contro i governi non graditi, ma un impegno costante, coerente, continuo». Libero ricorda gli scioperi “preventivi” proclamati da Landini contro la manovra e i pretesti per attaccare il governo, «sotto gli sguardi adoranti di Schlein e Conte».
Per Sandro Iacometti si tratta dello stesso «copione che andrà in scena anche l’11 aprile». Il riferimento è alla nuova iniziativa di piazza per la protesta su sicurezza sul lavoro, sanità e fisco, con l’obiettivo di «dare un segnale al governo che il mondo del lavoro si è rotto le scatole». Ma ora emerge la stanchezza di una parte non trascurabile del mondo del lavoro riguardo Landini. «Le affermazioni del segretario Cgil ci danno ulteriore prova di un’impostazione che non fa bene al pluralismo e alla democrazia. Il Novecento è finito da un pezzo. È tempo che qualcuno se ne renda conto», conclude Sbarra.