Antonella Zarri, madre di Alberto Scagni, recentemente condannato dalla Corte d’Assiste a 24 anni e 6 mesi di carcere per l’omicidio della sorella, Alice, è tornata a parlare del suo caso controverso sulle pagine del Corriere. Controversa, peraltro, è anche la posizione della madre di vittima e carnefice, definita dai giudici “ambivalente” perché mentre ora denuncia la scarsa attenzione ai problemi mentali del figlio, per oltre 10 anni non l’ha mai denunciato, fino all’insana aggressione.



Aggettivo che, secondo la madre di Scagni, “serve a spianare la strada all’archiviazione dell’altra indagine sulle responsabilità di chi ha sottovalutato e non ha fatto nulla per salvare Alice“. Questa, d’altronde, è la posizione che hanno sempre mantenuto i genitori, i quali sostengono di aver più volte segnalato i problemi del figlio, ma senza che le autorità intervenissero, circostanza verificatasi anche il giorno della morte di Alice Scagni, quando “nessun si mosse dopo le telefonate a poche ore dal delitto”.



La madre di Alberto Scagni: “È abbandonato a se stesso, non ce la farà”

Insomma, la posizione della madre di Alice e Alberto Scagni è chiara ed inequivocabile, “ci accusano di essere stati dei cattivi genitori per escludere le responsabilità di altri. Il problema della salute mentale di Alberto”, precisa, “era solo un problema nostro”. Lo stato e la giustizia, accusa ancora Antonella, “quando fallisce nella prevenzione di un crimine la colpa è della vittima che si è esposta. Esattamente”, sottolinea, “come per i femminicidi”.

Sulle condizioni di Alberto Scagni dopo l’aggressione (la seconda da quando è detenuto), Antonella sostiene che sta “appena meglio. Non è più un vegetale, ma si muove e si nutre ancora con grande difficoltà. È sempre fuori di testa”, spiega, “ma nessuno lo cura e lo curerà per il resto della sua vita”. La madre dell’assassino, e della vittima, è certa che “non sia più recuperabile, se non in strutture adeguate. Da solo non ne può uscire” e dal conto suo, la madre di Scagni, ritiene che “neanche l’amore materno [potrebbe] fare i miracoli che pensano i giudici”.