La visita del dem Ivan Scalfarotto in carcere ai due americani accusati dell’omicidio del carabiniere Mario Cerciello Rega ha scatenato il caos. Lega e Movimento 5 Stelle all’attacco, ma anche il Partito Democratico si è diviso sulla “mossa” del parlamentare pescarese. Uno dei più duri è stato Carlo Calenda, che non ha usato mezze misure e che ha trovato anche “l’appoggio social” del Carroccio: il partito guidato da Matteo Salvini ha ritwittato il post dell’ex ministro dello Sviluppo Economico. Non è tardata ad arrivare la replica del diretto interessato che, dopo l’intervista rilasciata ai microfoni de La Stampa, ha scritto un lungo post su Facebook: dopo aver accusato Salvini di aver aizzato odio nei suoi confronti, il dem ha parlato di «un’ispezione uguale a quella che ogni parlamentare ha diritto, e secondo me dovere, di compiere in tutte le carceri italiane». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
SCALFAROTTO IN CARCERE DAI RAGAZZI USA, E’ CAOS
Non bastavano le liti tra Renzi e Zingaretti, lo scontro interno tra Calenda e l’ala più “sinistra” e nemmeno Sandro Gozi nel Governo di Macron: il Pd aveva “bisogno” di un’altra polemica per arrivare allo scontro ancora più totale e l’ha “trovata” dopo che Ivan Scalfarotto (deputato del Partito Democratico) ha deciso di andare a trovare in carcere i due ragazzi americani accusati di aver aggredito e ucciso con 11 coltellate il carabiniere Mario Cerciello Rega. Nelle scorse ore Scalfarotto ha deciso di andare a sincerarsi delle condizioni di Elder Finnegan Lee e Natale Hjorth dopo le aspre polemiche sorte per quella foto di quest’ultimo bendato e ammanettato all’interno della Caserma dei Carabinieri nelle prime fasi post arresto (dopo la confessione dell’altro, Elder Lee); questa scelta personale però mette in difficoltà il Pd che riesce a spaccarsi anche su questo punto mentre il Segretario Zingaretti tenta in tutti i modi di contrapporsi al Governo Lega-M5s con mozioni ed emendamenti anti-Salvini. «il PD va in carcere a verificare che il criminale americano non sia stato maltrattato…Non ho parole!!!», ha attaccato subito il leader della Lega mettendo il post di Scalfarotto dove annunciava «ieri sono andato a Regina Coeli a verificare le condizioni dei due imputati per il terribile omicidio del Carabiniere Cerciello Rega». Ma è il Pd ad essere in questo momento una vera e propria polveriera.
SCALFAROTTO, GOZI E UN PD IN SUBBUGLIO
«Quella di Ivan Scalfarotto è una sua iniziativa personale. Rientra nelle sue prerogative di parlamentare ma ripeto è una sua iniziativa non fatta a nome del Pd», ha provato a prendere le distanze il Segretario del Pd Nicola Zingaretti, al termine di una mattinata dove l’ala renziana (e non solo) si è scagliata contro la scelta di Scalfarotto. «È il caldo. Spero che sia il caldo. Perché tra Gozi ieri e Scalfarotto oggi vi giuro che stiamo raggiungendo vette di stupidità mai prima conquistate nella politica contemporanea», scrive Carlo Calenda, ex Ministro Mise, contro la scelta fatta dal deputato tra i principali esponenti Lgbt dell’intero panorama politico italiano. «Lo dico con sincerità: non condivido la visita in carcere al presunto omicida di Cerciello del collega Scalfarotto. Ho fatto tante battaglie con Ivan. Ma questa volta non sono d’accordo. Proprio no», scrive l’altra renziana Alessia Morani. Davanti alle fortissime critiche, Scalfarotto “replica” sulle motivazioni che lo hanno condotto alla visita in carcere: «Più che a visitare i due americani sono venuto a trovare la Repubblica Italiana. Perché, anche di fronte al crimine più efferato nessun detenuto deve essere sottoposto a trattamenti inumani o degradanti», spiega Scalfarotto alla Stampa questa mattina, aggiungendo «Per come trattiamo qui i detenuti dimostriamo di essere il paese di Beccaria, che sa gestire queste situazioni con grande professionalità e in maniera umana». Dopo il caso di Gozi nominato al Governo Macron, una nuova grana si abbatte su Zingaretti e la compagine dem che già deve gestire – finora in maniera interlocutoria – la convivenza stretta di diverse anime all’interno del partito, su tutti l’area di Renzi.