Andrà in onda questa sera – venerdì 18 ottobre 2024 – la seconda attesissima puntata della trasmissione di Salvo Sottile Far West che tra le tante inchieste che manderà in onda si occuperà anche delle cosiddette ‘Scam City‘ che nell’altro degli ultimi anni hanno attirato sempre più l’attenzione delle forze di polizia e – addirittura – delle Nazioni Unite: si tratta (in brevissimo, ma lo vedremo nel dettaglio) di vere e proprie fabbriche in cui si producono e organizzano truffe che fanno il giro del web, attirando – e rubando soldi – ai poveri malcapitati che rispondono a messaggi e chiamate truffaldine.



Partendo dal principio, le Scam City sono un fenomeno – appunto – piuttosto recente e se n’è scoperto traccia in diversi luoghi del mondo dislocati soprattutto in Asia e con particolare frequenza sui confini della Thailandia, del Myanmar e anche della Cina: impossibile sapere quante ne esistono dato che oltre ad alcune note (ma inespugnabili, come quella che si trova nelle periferie di Sihanoukville, in Cambogia) si stima che ce ne siano centinaia di nascoste in fabbriche, capannoni ed edifici abbandonati di vario tipo.



Cosa sono le Scam City, a cosa servono e come funzionano

Lo scopo delle Scam City è evidente già dal nome dato che si tratta di piccole città o centri urbani completamente in mano a vari tipi di mafie (in larghissima parte ascrivibili al territorio cinese) nei quali si può usufruire di vari ‘servizi’ illegali: non mancano le prostitute, gli spacciatori di ogni tipo di sostanza illegale, i contrabbandieri e i ricettatori ed – ovviamente – anche i casinò illegali, il tutto sormontato de enormi capannoni industriali che sono il vero e proprio cuore pulsante delle Scam City.



Nei capannoni delle Scam City migliaia e migliaia di lavoratori – nel solo Sudest asiatico le Nazioni Unite ne stima circa 200mila – passano intere giornate a fissare cellulari e computer, invitando messaggi e mail e fittissimi elenchi di numeri telefonici (ovviamente anche occidentali) con l’intento di stabilire un contatto con il malcapitato di turno: potrebbero essere messaggi amorosi, oppure false richieste da parte di sedicenti forze dell’ordine, o ancora veri e propri ricatti di natura sessuale; il tutto accomunato dall’ovvio tentativo di mettere le mani sui soldi delle vittime, spingendole a versare ingenti somme di denaro su conti correnti offshore.

Chi lavora nelle Scam City: la schiera di cyber-schiavi intrappolati nelle fabbriche delle truffe

Insomma, le Scam City sono il luogo di origine dei frequentissimi messaggi che a chiunque sarà capitato di ricevere almeno una volta, tra donne desiderose di fare nuove conoscenze, sedicenti figli che hanno rotto o perso il telefono e vari ereditari che hanno bisogno di un piccolissimo versamento economico per sbloccare un conto corrente milionario; il tutto – ripetiamo – in mano a vari tipi di organizzazioni mafiosi ed abitato da quelli che le Nazioni Unite chiamano ‘cyber-schivi‘.

I (per così dire) ‘dipendenti’ delle Scam City – infatti – non sono quasi mai volontariamente assunti, né tanto meno liberi di licenziarsi o andarsene dai capannoni che offrono ogni tipo di servizio – dagli alloggi fino alle mense -: vengono attirati nella rete con la finta promessa di un lavoro molto ben retribuito e una volta che mettono piede nei capannoni vengono privati di tutti i loro averi, partendo dai cellulari e dai documenti; costretti ad adattarsi a ritmi di lavoro impossibili con la promessa di una liberazione (che probabilmente non arriverà mai) al raggiungimento di un qualche impossibile obbiettivo, con i pochi fuggiti che hanno parlato di botte, violenze e torture.