A “Storie Italiane”, trasmissione di Rai Uno condotta da Eleonora Daniele, è stato raccontato lo scambio in culla avvenuto presso la Fondazione Poliambulanza di Brescia. Una vicenda fortunatamente a lieto fine, grazie al marito della puerpera, la signora Paola, che si è accorto di alcune anomalie ed è riuscito a evitare che l’errore diventasse irreparabile. La neomamma ha dichiarato nelle scorse ore a “Il Giorno”: “Ho partorito all’1.55 e sono stata in sala parto perché non erano disponibili posti letto e dovevano aspettare il tampone per il Covid-19. La mattina seguente ho chiesto della bambina e mi hanno risposto che era nel reparto di patologia neonatale e che dopo qualche ora avrei potuto vederla”.
E, ancora: “Quando è arrivato l’esito del tampone, ho domandato di poter prendere la piccola al nido e così mi hanno consegnato la mia presunta figlia. Quando mi è stata data erano presenti una dottoressa e un’infermiera. Mi hanno lasciato una culla, che riportava il nome di mia figlia. La bambina indossava gli abiti da me forniti”.
SCAMBIO IN CULLA A BRESCIA, IL DIRETTORE DEL DIPARTIMENTO SALUTE MAMMA E BAMBINO: “DANNO TUTTO DA VALUTARE”
Sullo scambio in culla a Brescia è intervenuto mediante un filmato mandato in onda a “Storie Italiane” il professor Renato Brighenti, direttore del dipartimento Salute della mamma e del bambino della Fondazione Poliambulanza: “Siamo di fronte a una situazione del tutto eccezionale, oggetto di approfondimento e di indagine interna. Non sono emerse circostanze che identifichino responsabilità univoche a carico dell’ospedale e dei suoi operatori. Il danno psicologico è da valutare e da quantificare e abbiamo ritenuto non aderire alla richiesta danni. Il nostro punto nascita è stato scelto da oltre 2.900 genitori nel 2021 per dare alla luce i loro bambini. Siamo il quinto punto nascita della Lombardia”.
Immediata la controreplica dell’avvocato della signora Paola: “Abbiamo fatto richiesta danni all’ospedale. Ho inoltrato una lettera d’intervento e ci sono in corso trattative stragiudiziali. La mia assistita sta facendo un percorso di psicoterapia e all’esito della perizia verificheremo i danni effettivi che la signora ha subìto. Valuteremo, altrimenti andremo in giudizio e sarà l’autorità giudiziaria a decidere. Non abbiamo ricevuto nessuna scusa, siamo allibiti per il comportamento tenuto dall’ospedale. Certi fatti nel 2022 sono inammissibili”.