C’è uno scandalo in Germania che torna a imbarazzare Olaf Scholz. Il caso risale a oltre cinque anni fa, quando il cancelliere tedesco era sindaco di Amburgo, ed è legato alla vicenda “Cum Ex“, una maxi truffa per oltre 30 miliardi di euro a danno dei contribuenti tedeschi, con banche, società e persone che avevano ottenuto rimborsi fiscali per presunti costi che in realtà non erano stati mai sostenuti. Cosa c’entra Scholz in tutto questo? Politico parlò dei legami con la banca con sede ad Amburgo coinvolta nel regime di evasione fiscale.
In particolare, durante il suo mandato da sindaco, Scholz si era incontrato tre volte con uno dei proprietari della M.M. Warburg & Co., il quale all’epoca era già sotto inchiesta da parte dell’ufficio delle imposte di Amburgo per 47 milioni di euro in presunte entrate illecite legate alla maxi truffa. Alla fine la banca ha rimborsato tale somma, ma dopo che le è stato ordinato di farlo da un tribunale. Quando sono emersi gli incontri tra Scholz e il banchiere, molti si sono chiesti se il politico fosse intervenuto a favore della banca. Accuse che il cancelliere ha respinto con forza. Ma nuovi documenti rischiano di rianimare l’opposizione, che già nei mesi scorsi aveva chiesto una commissione d’inchiesta.
I NUOVI DOCUMENTI SU SCHOLZ E LO SCANDALO CUM EX
Olaf Scholz torna in questa vicenda anche nel 2020, quando era ministro delle Finanze da oltre due anni. Nel febbraio di quell’anno emerse che aveva incontrato il co-proprietario di Warburg Christian Olearius nel novembre 2017 per discutere della questione “Cum Ex“. Ma il Senato aveva precedentemente negato tale incontro. Dopo la rivelazione dei media tedeschi, Scholz ammise l’appuntamento, senza però ricordare i dettagli dei colloqui col banchiere, insistendo invece che non aveva a che fare col procedimento fiscale. Quel che allora non si sapeva è che Scholz aveva addirittura ricevuto due volte Olearius nel 2016 sempre sul tema “Cum Ex”. Lo rivelano nuovi documenti del Ministero federale delle Finanze, che sollevano una questione importante: Scholz o i suoi collaboratori hanno deliberatamente ostacolato i chiarimenti su questo tema nel Bundestag nel 2020?
Quando a luglio testimoniò per la seconda volta alla Commissione Finanze del Bundestag sul suo ruolo nello scandalo, Scholz fu preparato dai funzionari del ministero. In particolare, un consigliere ministeriale e un direttore del dipartimento fiscale del ministero presentarono una bozza al ministro, con una dichiarazione di apertura e risposte alle possibili domande. Welt ha richiesto tale documentazione sulla base della legge sulla libertà di informazione, non riuscendo però ad ottenere gli allegati, perché viene invocato il “segreto fiscale”. «Una formulazione utilizzata dai funzionari nella presentazione sembra particolarmente esplosiva», rivela Welt. In un punto, il cui contenuto è stato oscurato dal Ministero delle Finanze, riportano un appunto per l’ufficio del ministro: «La correttezza dei dati citati dovrebbe essere verificata dall’ufficio M». Quindi, l’ufficio del ministro avrebbe dovuto controllare i dati che i funzionari stessi non potevano verificare. Erano possibili annotazioni sul calendario di incontri tra Scholz e il banchiere Olearius?
IL MISTERO DEL CALENDARIO DI SCHOLZ
Quando Scholz era ministro, in una riunione della Commissione Finanze del marzo 2020 gli fu chiesto se c’erano stati altri colloqui con Olearius dopo quello del novembre 2017. Dai verbali si evince che Scholz non rispose alla domanda. La domanda è stata posta anche nella riunione di luglio. Scholz ha così menzionato una serie di incontri con Olearius, compresi quelli che apparentemente hanno avuto luogo prima della conversazione con il banchiere nel novembre 2017. Ma non ha menzionato i due colloqui sul “Cum Ex” del 2016. Dopo le nuove rivelazioni dei media tedeschi, lo staff ha controllato il calendario del periodo di Amburgo, trovando altre voci sugli incontri aggiuntivi di Olearius. Perché Scholz non aveva predisposto la revisione del calendario in vista della riunione di luglio 2020?
Eppure, Der Spiegel riferì di un’e-mail del ministero delle Finanze del 30 giugno 2020, secondo cui erano state raccolte informazioni sugli incontri con Olearius in un file word proprio in vista della riunione di luglio. Ora c’è chi dubita che Scholz e il suo ufficio abbiano omesso di controllare il calendario inizialmente solo per negligenza o una coincidenza. È possibile che lo staff di Scholz non abbia deliberatamente cercato nel calendario altri appuntamenti di Olearius, nella speranza che non diventassero pubblici? A questa domanda del Welt l’ufficio di Scholz al Bundestag non ha risposto. Il ministero delle Finanze si è rifiutato di commentare documenti interni o accuse esterne, mentre un portavoce del governo ha precisato di «non voler commentare eventi al di fuori dell’area di responsabilità della Cancelleria federale».
BATTAGLIA IN GERMANIA PER UNA COMMISSIONE D’INCHIESTA
In questa vicenda è coinvolta una persona molto vicina a Scholz che ora ricopre una posizione di rilievo nella Cancelleria. Si tratta secondo Welt di Jeanette Schwamberger, che era a capo dell’Ufficio del Ministro presso il Ministero delle Finanze nel luglio 2020 e quindi responsabile di una possibile revisione delle date del calendario. Ora dirige l’ufficio Scholz della Cancelleria. Stando a quanto riportato dal giornale tedesco, quando l’allora Segretario di Stato Jörg Kukies voleva divulgare volontariamente al Parlamento quante più informazioni possibili sulla questione Wirecard nell’estate del 2020, Schwamberger si oppose perché così si creavano precedenti per altri dossier, proprio come “Cum Ex“. Questo è solo uno dei tanti aspetti da chiarire. Potrebbe farlo una commissione d’inchiesta del Bundestag, richiesta in primavera dalla fazione CDU/CSU anche per fare maggiore luce su eventuali incoerenze e sul ruolo di Scholz come ministro delle Finanze. I partiti della coalizione a semaforo – dalla SPD ai Verdi fino alla FDP – hanno respinto la mozione poco prima della pausa estiva perché, a loro avviso, il mandato d’inchiesta riguardava troppo questioni di politica amburghese ed era quindi irricevibile. Ma CDU e CSU intendono adire la Corte costituzionale federale.