Nel Regno Unito continua la (ormai lunghissima) battaglia per lo scandalo del sangue infetto scoppiato a cavallo tra gli anni ’70 e ’90 e che ha causato un numero imprecisato di vittime, stimate ad oltre 2mila. Allo scandalo, ricordato oggi come il peggior disastro terapeutico nella storia del servizio sanitario nazionale britannico, si aggiunge la complicata pagina del risarcimento delle vittime e dei loro familiari, da tempo in attesa di una qualche forma di giustizia morale.
Per scandalo del sangue infetto si intendono i migliaia di casi di contagi da epatite C ed Hiv derivati da trasfusioni di sangue o emoderivati fatte dal servizio sanitario britannico tra la fine degli anni ’70 e l’inizio degli anni ’90. La questione in sé è diventata oggetto di un’approfondita inchiesta avviata dalla precedente premier Liz Truss nel 2019 e poi bloccato dalla pandemia, con risultati infine attesi per questo marzo. Nello scandalo del sangue infetto sono morte, si stima, 2.400 persone, con più di 25mila contagi mentre l’origine sembrano essere stati alcuni campioni sanguigni inviati dagli Stati Uniti nel Regno Unito. Campioni ricavati da detenuti e tossicodipendenti, pagati per le donazioni, che non sono mai stati controllati a dovere e che sono diventati veicolo di malattie all’epoca quasi sconosciute.
L’appello delle vittime dello scandalo del sangue infetto
Il più grosso dubbio sullo scandalo del sangue infetto e dovuto al fatto che l’esistenza dell’epatite C si è confermata scientificamente solo nel 1989, mentre i primi test per identificarla si sono diffusi nel 1991. Nel tempo tra gli anni ’70 e i primi ’90 potrebbero, dunque, essere morte molte più persone di quante se ne stimi allo stato attuale. Casi passati in sordina, bollati probabilmente come ‘malanni misteriosi’ e mai inseriti nel conteggio delle effettive vittime.
Le prime richieste per i risarcimenti da parte delle vittime dello scandalo del sangue infetto sono state avanzate immediatamente dopo la scoperta dello scandalo, ma solo recentemente si è arrivati ad un accordo con il quale il governo ha stanziato 46 milioni di sterline annuali, poi aumentate a 75 milioni. Cifra che ammonta a poco meno di 900 sterline a persona. Recentemente, tuttavia, il governo di Sunak ha stanziato fondi a sostegno degli impiegati delle poste ingiustamente perseguitati dall’istituzione per cui lavoravano, portando le vittime dello scandalo del sangue infetto ad intensificare le richieste di risarcimento. Il governo, dal conto suo, ha detto che finché l’inchiesta non avrà definito chiaramente i dettagli ed individuato i colpevoli non si potrà procedere con ulterori risarcimenti.