LA CRITICA DI SCARAFFIA PER IL NOBEL AD ANNIE ERNAUX: “OTTIMA SCRITTRICE MA SULLA MATERNITÀ…”
Un coro praticamente unanime si è alzato dai salotti buoni e dai circoli culturali di mezza Europa quando nei giorni scorsi il Premio Nobel Letteratura 2022 è andato ad Annie Ernaux, la scrittrice francese “paladina” della lotta femminista anche se lontano dai canoni “consueti” e tramite uno stile tutto personale che ne ha contraddistinto la letteratura. Con coraggio invece Lucetta Scaraffia (giornalista anch’essa femminista) sul quotidiano “Domani”, prova a prendere distanze non tanto dalla modalità di scrittura di una grande della cultura mondiale come Annie Ernaux ma dai contenuti della sua opera, dal senso che trasmette la letteratura della neo-Nobel 2022 alle generazioni di oggi.
«Anche io sono una lettrice che apprezza Ernaux», esordisce Scaraffia facendo capire che la questione sollevata non è tanto di “gusto” personale: «ho sempre sentito lontano da me il suo distacco dalla maternità, la sua mancanza di empatia con quella che è la grande inquietudine delle donne di oggi, divise fra la propria vita professionale e sentimentale e il forte coinvolgimento nella maternità». Secondo Scaraffia – ma in realtà basta leggere qualche romanzo di Annie Ernaux per accorgersene subito – la via da percorrere per la Nobel Letteratura 2022 è molto schietta: «fuggire dalla famiglia, dai pesi che questa impone alle donne, come se questi fossero una trappola, una perdita certa nel loro cammino verso la libertà».
LUCETTA SCARAFFIA: “PIÙ CORAGGIOSO IL NOBEL A HOUELLEBECQ”
Il fatto stesso di essere madri, ha spiegato più volte all’interno della sua acuta opera letteraria Annie Ernaux, è una potenziale “perdita” di libertà per l’essere donna indipendente ed emancipata: da qui il tema dell’aborto che più volte ritorna nei romanzi di grande successo per la neo-Premio Nobel alla Letteratura. Scaraffia riconosce che il percorso di Ernaux è dettato proprio dalla critica sociale e culturale alla Francia di mezzo Novecento, alle fatiche per una piena emancipazione e all’intelligenza di sapere ben raccontare quel periodo. Di contro però, riflette anche sulla provocazione lanciata dal quotidiano cattolico “La Croix” che ha provato a mettere in contrapposizione i contenuti letterari di due autori come Ernaux e Michel Houellebecq: qui Lucetta Scaraffia compie la sua personale disamina su quello che poteva essere più “utile” alla causa sociale e letteraria per un premio autorevole come il Nobel.
«Con uno sguardo spesso profetico, come quando previde il terrorismo islamico interpretandolo come una sorta di feroce sanzione morale per il turismo sessuale ampiamente praticato dai paesi occidentali – scrive ancora Scaraffia sul “Domani” – Houellebecq «mette il lettore di fronte alle contraddizioni, alle tragiche conseguenze del progresso che la società non vuole vedere». In poche parole, non fa come Ernaux che indica nella sua letteratura sociale ciò che si è faticosamente conquistato, ma «spiega anche quello che si è perduto e le conseguenze impreviste ma dolorose, negative e inevitabili». Conclude la giornalista storica esponente del mondo femminista italiano come Annie Ernaux sia indubbiamente una ottima scrittrice «ma forse premiare il suo rivale Houellebecq avrebbe significato aiutarci ad aprire gli occhi, a guardare con onestà e coraggio il mondo in cui viviamo: che è proprio quello che non vogliamo fare».