Gran parte dei Paesi europei – e a maggior ragione gli Stati Uniti – hanno sempre più sottolineato l’esigenza di salvaguardare i minerali critici fondamentali per l’economia civile ma anche per le ricadute nell’ambito della tecnologia militare.

Incominciamo questa nostra breve rassegna partendo dalla Gran Bretagna. Nel Regno Unito il centro nevralgico per la salvaguardia dei minerali critici è il Critical Minerals Intelligence Center (Cmic) diretto da Paul Lusty. Lo scopo di questa struttura non è solo quello di raccogliere informazioni sui minerali critici ma anche di analizzare e di dare alla classe politica report sempre più aggiornati.



Data l’importanza rilevante di questa struttura è evidente che dipenda direttamente dal Department for Business, Energy & Industrial Strategy, che sta guidando la politica di protezione degli investimenti del Regno Unito in collaborazione con i servizi di intelligence e cioè con l’MI6.

Che poi questa struttura collabori con i servizi di sicurezza inglesi è del tutto ovvio: nessun Paese può permettersi di dipendere dalla Cina, né tantomeno può permettersi che la propria catena di approvvigionamento venga messa in crisi. Infatti, grazie alla unità di intelligence Investment Security Unit (Isu) e del National Security Strategic Investment Fund (Nssif), il Department for Business, Energy & Industrial Strategy (Beis) della Gran Bretagna sta contribuendo in modo decisivo alla rafforzamento dell’intelligence economica inglese.



In particolar modo l’attuale guerra tra Russia e Ucraina sta facendo diminuire in modo rilevante i minerali come il palladio e il titanio. Per quanto riguarda invece la Cina non dimentichiamoci che Pechino ha il controllo della catena di approvvigionamento del litio, del rame e del cobalto.

Per quanto riguarda gli Stati Uniti, la Darpa (Defence Advanced Research Projects Agency) del Pentagono collabora con l’US Geological Survey per sviluppare uno strumento basato sull’intelligenza artificiale per il monitoraggio delle fonti minerarie critiche.

In parallelo opera anche la National Geospatial-Intelligence Agency (Nga) che ha incrementato il monitoraggio sulla Cina, in modo particolare sulle terre rare e sui metalli, collaborando strettamente con la società britannica Benchmark Mineral Intelligence. L’importanza di questa tematica è tale che l’amministrazione Biden ha individuato un consigliere speciale per i minerali critici e cioè Drew Horn.



Passiamo alla Francia. Nel mese di novembre Parigi ha inaugurato un osservatorio dedicato alle risorse minerarie nel contesto industriale denominato in acronimo Ofremi. Lo Stato francese finanzia questo organismo per il 60%, organismo che collabora in modo sinergico con l’ufficio di ricerca geologica e mineraria (Brgm), mentre i privati costituiscono il restante 40%, come un raggruppamento di industrie aeronautiche e spaziali francesi (Gifas).

Per quanto riguarda invece le industrie che hanno una dimensione strettamente militare, la Francia ha predisposto un servizio di sicurezza ad hoc e cioè il servizio di intelligenza industriale ed economica (S2ie) che collabora con l’agenzia di approvvigionamento militare (Dga) che è incaricato di identificare le dipendenze dalle forniture estere all’interno delle catene di subappalto.

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