Nonostante la guerra tra Russia e Ucraina l’importo-export di armi procede, anche se non senza qualche difficoltà dovuta alle implicazioni del conflitto. A tale proposito vorremmo sottoporre al lettore alcuni casi recenti in cui il ruolo dell’esportazione di armi ha una sua rilevanza strategica e non episodica. Incominciamo dal primo caso e cioè la partnership tra Cina, Argentina e Stati Uniti.
Il primo ministro dell’Economia argentino Sergio Massa ha deciso di inviare una delegazione in Danimarca allo scopo di poter acquisire ben 12 aerei F-16 da Lockheed Martin. Questa decisione è anche il risultato delle pressioni esercitate dagli Stati Uniti. A proposito del ruolo degli Usa, non dimentichiamoci che una volta nominato ministro, Massa è andato negli Stati Uniti proprio per cercare il sostegno di Biden per la sua candidatura alle primarie che si terranno in Argentina nel 2023. Questa richiesta di sostegno è stata accettata e condivisa almeno fino a questo momento da Biden, ma tale sostegno è condizionato alla volontà da parte argentina di boicottare qualunque partnership con la Cina.
Passiamo adesso al secondo caso e cioè il rapporto tra la Germania e la Grecia in funzione di contenimento anti-turco. La Germania vorrebbe vendere alla Grecia carri armati Leopard e 205 veicoli da combattimento KF-41 Lynx infantry (Ifv) di Rheinmetall. L’uomo chiave di questa relazione bilaterale nel contesto degli armamenti è l’amministratore delegato dell’industria greca Eodh, Andreas Mitsis, che ha un rapporto di stretta collaborazione con due importanti industrie militari tedesche e cioè la Kmw e Rheinmetall.
Ma Mitsis non è soltanto un imprenditore di successo. È stato consigliere dell’ex ministro della Difesa greco Akis Tsochatzopoulos del partito socialdemocratico Pasok e segretario generale per l’Industria. Questi ruoli gli hanno consentito di avere rapporti molto stretti non solo con il ministero della Difesa greco, ma anche con le principali industrie militari tedesche.
Indipendentemente dai rapporti tra l’imprenditore greco e i vertici del potere politico greco, rimane però il fatto che la crisi energetica legata all’attuale guerra in Ucraina potrebbe costituire un ostacolo serio per la Grecia nel finalizzare gli ordini con la Germania. Il fatto che il capo di stato maggiore della marina greca Stylianos Petrakis abbia chiesto all’industria navale tedesca ThyssenKrupp Marine Systems di abbassare il prezzo richiesto per modernizzare quattro fregate di classe Hydra (Meko 200hn) da 700 milioni a 600 milioni di euro dimostra oggettivamente le difficoltà nelle quali si trova attualmente la Grecia.
Il fatto poi che la Grecia abbia rinunciato – almeno al momento attuale – ad acquistare le corvette proposte sia da Fincantieri che da Naval Group è un’ulteriore dimostrazione della difficoltà dell’economia greca.
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