Durante una visita a Budapest alla fine di febbraio, il ministro della Sicurezza pubblica cinese, Wang Xiaohong, ha ottenuto un incontro faccia a faccia con il primo ministro ungherese Viktor Orbán per stabilire un nuovo accordo bilaterale sulla sicurezza. Cina e Ungheria hanno convenuto di cooperare in materia di applicazione della legge, polizia e controterrorismo, ponendo la collaborazione in materia di sicurezza al centro della loro relazione. Questo accordo, in qualche modo sorprendente dato che l’Ungheria è membro di una alleanza di sicurezza, la NATO, che la protegge da attacchi armati, riflette una tendenza globale. Le relazioni di sicurezza sovrapposte sono sempre più comuni, con Paesi diversi, come Papua Nuova Guinea, Sierra Leone, Emirati Arabi Uniti e Vietnam che cercano contemporaneamente la cooperazione in materia di sicurezza sia con la Cina che con gli Stati Uniti.



La spiegazione di questo fenomeno è semplice: Pechino e Washington offrono prodotti diversi, riflettendo i loro distinti concetti di sicurezza e i tipi di supporto che ciascuno è in grado di fornire. Gli Stati Uniti rafforzano la sicurezza esterna, proteggendo militarmente i propri partner contro minacce regionali. La Cina invece fornisce sicurezza interna, dando ai governi gli strumenti per combattere il disordine sociale e l’opposizione politica. Sebbene l’impegno di entrambe le nazioni assuma forme diverse, Stati Uniti e Cina utilizzano le relazioni di sicurezza per competere per l’influenza, intensificando la rivalità sino-americana e aumentando il rischio di miscalculation. Attraverso i tipi di supporto che forniscono a Paesi terzi, Washington e Pechino trasmettono anche le proprie idee sul ruolo appropriato della sicurezza in una società.



Finché entrambe le grandi potenze forniscono beni di sicurezza senza richiedere un accordo esclusivo, i Paesi terzi possono trarre vantaggio. Un caso esemplare è proprio l’Ungheria, la cui politica nei confronti della Cina si è da tempo discostata da quella dei suoi partner europei. Finora, Budapest è riuscita a mantenere questo equilibrio. Come alleato della NATO, l’Ungheria gode della sicurezza esterna fornita dagli Stati Uniti. Ma mentre il governo di Orbán lavora per minare le istituzioni democratiche dell’Ungheria, Budapest beneficia anche di una partnership di sicurezza interna con Pechino che vedrà presto pattugliamenti di polizia cinesi nelle strade ungheresi.



Paesi come il Vietnam stanno anche attraendo attenzione e risorse sia dalla Cina che dagli Stati Uniti, bilanciando strategicamente le loro partnership di sicurezza per affrontare minacce sia esterne che interne. Questa competizione di sicurezza presenta una sfida per  il mantenimento dell’egemonia americana a livello globale, che se vorrà essere mantenuta dovrà prendere atto dell’esistenza di queste relazioni articolate e sovrapposte e dovrà prendere atto altresì che questa tipologia di competizione globale è destinata a durare.

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