Alla luce delle dichiarazioni ufficiali, quali sono i risultati politici conseguiti dal presidente turco durante la sua recente visita alla Casa Bianca il 14 novembre?
In primo luogo Erdogan è riuscito ad ottenere l’annullamento della risoluzione sul genocidio armeno che era stata approvata dalla camera dei rappresentanti americana; in secondo luogo il presidente americano ha di fatto legittimato la politica di potenza turca in Siria che consentirà a Erdogan di realizzare il suo progetto neo-ottomano.
Poi Erdogan ha ottenuto allo stato attuale che ulteriori sanzioni americane non siano poste in essere nonostante la legge varata nel 2017 e cioè la Countering America’s Adversaries Through Sanctions Act.
Superfluo precisare che la fine dell’amministrazione Trump consentirebbe di applicare le sanzioni previste dalla normativa di cui abbiamo fatto cenno.
In quarto luogo il presidente Trump non ha fatto alcun cenno alle scelte politiche fatte da Erdogan in aperta rottura con quelle degli alleati atlantici, confermando in questo modo l’importanza geopolitica della Turchia per gli Stati Uniti.
Infine, altrettanto significativa è stata l’assenza da parte del presidente americano – e sottolineiamo del presidente – di qualsiasi condanna sul piano del diritto internazionale della politica offensiva turca e/o dei crimini di guerra commessi dall’esercito turco ai danni dei curdi.
Al contrario, per quanto riguarda invece la delicata questione sia militare che finanziaria relativa sia agli S-400 che agli F-35 non si è arrivati al momento attuale ad alcuna soluzione, e siamo di fronte a una situazione di stallo anche per quanto riguarda il sostegno americano alle milizie curde da parte americana.
A livello di politica interna, se i conflitti tra il presidente americano e il Congresso si sono certamente inaspriti come dimostra, fra le altre cose, il Protect Against Conflict by Turkey Act votato da un larghissima maggioranza dalla Camera e che propone di sanzionare le forze armate turche per la loro invasione in Siria, al contrario la posizione di Erdogan all’interno della Turchia si è certamente consolidata.
Il successo parziale ma certamente significativo di Erdogan, anche alla luce del vertice con il presidente Putin del 23 ottobre scorso, rafforzano la sua autorevolezza e gli consentono di presentarsi come un indiscusso protagonista della politica internazionale.