L’ambasciatore cinese in Siria Feng Biao ha iniziato l’anno con un grande successo. Il 12 gennaio ha infatti finalizzato un accordo con le autorità siriane a Damasco per il coinvolgimento del paese nella Belt and Road Initiative (Bri) cinese. L’accordo ufficializza anche il ruolo che la Syria Trust Association della First Lady Asma Al Assad svolgerà negli affari esteri siriani



Il nuovo accordo sulla Via della Seta, firmato da Fadi Al Khalil, presidente della Commissione siriana per la pianificazione e la cooperazione internazionale, rimette la commissione al centro dell’attenzione dopo un decennio di guerra civile. Infatti, Bashar Al Assad ha nominato Khalil in sostituzione di Imad Abdul Ghani Al Sabouni lo scorso agosto, con lo scopo di gestire gli accordi commerciali esteri, compresi gli affari con la Cina, precedentemente gestiti dal Consiglio siriano-cinese. Questo Consiglio è governato con pugno di ferro da Mohammed Hamsho, un caro amico del fratello di Bashar, Maher Al Assad. 



Più significativamente, l’accordo apre le porte alla First Lady’s Syria Trust Association, che finora ha gestito solo progetti nazionali. L’alta dirigenza dell’associazione composta da Shadi Al Ashi e da Fares Kallas, ex consulente per l’azienda di Asma Al Assad, gestirà parte dei fondi cinesi assegnati a Damasco. Il trust si sta anche spostando nella scena regionale come sponsor dell’Expo 2020 a Dubai.

Pechino vuole fare molto di più di un semplice lavoro umanitario, come l’accordo firmato con il capo della Croce Rossa siriana, Khalad Hboubati, il 16 gennaio. Intende coinvolgere infatti le aziende cinesi nella ricostruzione siriana. China Railway Construction Corporation, semi-pubblica, che lavora principalmente in Africa, China Harbor Engineering Company (Chec), una filiale di China Communication Construction Company, gestita da Tang Qialiang e China Merchants Port Holding Company di Li Xiaopeng sono tra le aziende che attendono con impazienza nella vicina città costiera libanese di Tripoli, da dove possono facilmente recarsi a Homs – città della Siria orientale – per gettare le basi per una presenza più stabile in Siria.



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