Come noto è il Consiglio degli Affari Esteri dell’Unione Europea il 12 novembre 2019 ha approvato 47 progetti nel contesto della Difesa europea cioè della Cooperazione strutturata permanente (Pesco) istituita nel dicembre 2017 e comprendente 25 paesi europei. In tale ambito è stato varato il programma European Patrol Corvette (Epc), coordinato dall’Italia e con la partecipazione della Francia, volto anche allo sviluppo del prototipo di una nuova classe di piattaforme militari.
Ebbene, un ruolo determinante nello sviluppo di queste innovative piattaforme militari avrà la Naviris, nata dalla fusione tra Fincantieri e la francese Naval Group. Joint–venture paritaria a livello azionario tra Fincantieri e Naval Group, Naviris, che avrà la sede principale a Genova e una in Francia a Ollioules, è stata varata il 14 gennaio, a seguito della delibera del 31 luglio 2019 della Presidenza del Consiglio.
Ora, al di là delle nomine apicali – Giuseppe Bono è stato nominato presidente, Hervé Guillou è membro del Cda, Claude Centofanti è Chief Executive Officer ed Enrico Bonetti Chief Operational Officer – lo scopo di Naviris è quello di attuare progetti di difesa per consolidare la difesa navale europea che entro il 2022 dovrebbe acquisire 1,7 miliardi di euro di nuovi ordini battendo la concorrenza. Entro il 2022, la joint venture spera di acquisire 1,7 miliardi di euro in nuovi ordini battendo la concorrenza della tedesca Thyssen Krupp e dei gruppi industriali inglesi Bae Systems, Babcock International, Cammell Laird e Rolls–Royce.
Al di là dell’evidente successo sotto il profilo aziendale credo sia utile evidenziare alcune criticità. In primo luogo affinché tale risultato possa realmente costituire un svolta rilevante sotto il profilo della difesa europea, sarà da un lato necessario porre in essere una politica di difesa comune che incida realmente sulle dinamiche conflittuali, e dall’altro lato sarà indispensabile il superamento delle rivalità geopolitiche tra Francia e Italia. Ma allo stato attuale siamo lontanissimi dal raggiungimento di entrambi gli obiettivi.
In secondo luogo non deve essere sottovalutata, sotto il profilo dell’intelligence economica, la stretta collaborazione tra la multinazionale cinese China State Shipbuilding Corporation (Cssc) nella cantieristica navale e Fincantieri, che proprio nell’agosto del 2018 ha firmato un Memorandum of Understanding per l’ampliamento della cooperazione industriale nel contesto delle costruzioni navali mercantili. Infatti, il partenariato tra Fincantieri e Cssc potrebbe rappresentare, secondo fonti dell’intelligence transalpina, una vera vulnerabilità per il gruppo francese che potrebbe vedere i cinesi avvicinarsi pericolosamente alle loro zone di interessi per rubare conoscenze tanto nella costruzione di navi da guerra quanto nella gestione della propulsione nucleare di cui sono dotati i sottomarini e la portaerei Charles De Gaulle.
Infatti Fincantieri con l’acquisizione del 50% dei cantieri di STX di Saint-Nazaire nel febbraio del 2018 potrebbe rischiare di vedere i cinesi interessarsi proprio alle stive di Saint–Nazaire condivise con Naval Group e, dal momento che i gruppi Thales e Mbda lavorano in stretta collaborazione con l’industria navale francese, ciò potrebbe consentire ai cinesi di attuare un capillare spionaggio tecnologico ai danni degli alleati francesi.