I primi cavi sottomarini apparvero durante il XIX secolo con la telegrafia tra Stati Uniti ed Europa. Il primo cavo in fibra ottica viene posato nel 1988 e determina un aumento significativo del numero di utenti che arrivano a 4,2 miliardi.
I cavi sottomarini consentono oggi il transito del 99% degli scambi di dati globali. In un contesto di esplosione del traffico internazionale, sono la fonte di guerre d’influenza e di guerre economiche.
Gli Stati Uniti dominano il mercato dei cavi sottomarini e sono i destinatari dell’80% dei flussi Internet attraverso i loro data center. Per quanto riguarda l’Europa, la Francia e il Regno Unito grazie alla loro potenza svolgono ruolo cruciale nel collegamento del cavo sottomarino perché entrambi i Paesi sono posizionati su una scacchiera cruciale.
Infatti, i cavi sottomarini seguono le stesse rotte principali delle grandi vie marittime. Inoltre, gli Stati Uniti ospitano sul loro territorio 10 dei 13 server root che ordinano la navigazione in Internet, il che segna il loro dominio digitale. Infine, va notato che i Gafam (Google, Apple, Facebook, Amazon, Microsoft), la cui importanza non è più da dimostrare, sono aziende americane soggette alla legislazione americana.
I Gafam sono i nuovi attori privati nel mondo dei cavi sottomarini e la loro quota di mercato ha ora superato il 50%. Avendo mezzi e tecniche sufficienti, i Gafam investono per possedere tutti i cavi che posano ed evitano così i tradizionali consorzi. Ad esempio, il cavo Dunant che collega gli Stati Uniti alla Francia è totalmente di proprietà di Google che ha altri quattro cavi. I Gafam prendono così il monopolio su questi cavi sottomarini e questo a discapito degli Stati. Sono in grado di mettere in discussione la “neutralità della rete” a causa del legame di proprietà che li collega ai cavi. Questo principio di neutralità significa che “tutti i dati che circolano su Internet sono trattati alla pari, con la stessa velocità di trasmissione e la stessa accessibilità per tutti”.
Ma anche la Cina è un attore chiave e sta sviluppando il suo progetto di via della seta digitale, in particolare attraverso l’azienda Huawei, uno dei più importanti posatori di cavi al mondo. Tuttavia, la sua azienda ha subito la durissima reazione degli Stati Uniti dopo l’embargo del 2019 promosso dal presidente Donald Trump. Pertanto, gli Stati Uniti hanno rifiutato l’intervento di Huawei per la posa di un cavo tra New York e Londra. Quindi c’è una vera sfida di controllo dei cavi che permette il controllo del cyberspazio. Ecco perché alcuni Paesi asiatici, e fra questi in primis la Cina, investono in Africa sia nelle telecomunicazioni che in termini di cavi sottomarini. Questi investimenti creano una rivalità con gli Stati Uniti per il controllo dei flussi di informazioni. Questo è un modo per la Cina di stabilire una superiorità strategica.
Di fronte a questi importanti attori, non esiste una strategia globale europea che consenta ai Paesi di investire nel settore. Questa mancanza di unità e talvolta anche la concorrenza tra Stati europei rendono difficile una vera concorrenza di fronte alla presenza e all’influenza dei Gafam. In effetti, sembrerebbe che l’Europa sia più un “mercato” che un attore, prigioniera tra Cina e Stati Uniti.
A dimostrazione di quanto affermato basti riflettere su fatto che la Francia – che ha 23 cavi sottomarini collegati al Paese dei circa 420 esistenti nel mondo – ha due importanti aziende, Alcatel Submarine Networks (Asn) che ha Nokia come principale azionista e Orange Marine che ha un 30% di azionisti che fanno riferimento ai Gafam: ci rendiamo conto che la sovranità dei cavi sottomarini francese è limitata. Se poi pensiamo a un altro dato di fatto di estremo interesse, è cioè che dieci anni fa il 5% dei cavi sottomarini era controllato dai Gafam mentre oggi è il 50% e sarà il 95% entro tre anni ci rendiamo conto che gli Stati Uniti vanno verso un monopolio quasi esclusivo dei cavi sottomarini. Superfluo ci sembra ricordare che questi cavi consentono la connettività degli Stati e il loro sviluppo economico e l’indipendenza geostrategica dipendono da questi cavi. Inoltre come sappiamo è possibile raccogliere informazioni e dati dai cavi.
Insomma i cavi sottomarini che forniscono le comunicazioni digitali diventano potenziali obiettivi nel gioco delle potenze mentre alcuni cavi trasportano sia dati civili che militari. In termini di sovranità digitale, gli Stati sono vigili ed è per questo che l’Unione Europea ha adottato il Gdpr (General Data Protection Regulation) per difendere gli interessi degli Stati europei nel cyberspazio e salvaguardare la sovranità digitale.
È una vera protezione normativa, mentre la sorveglianza e l’ascolto sono molto reali, come è stato rivelato da Edward Snowden, ex informatico della Nsa americana. Le questioni di sorveglianza e spionaggio sono quindi particolarmente attuali ed esistevano già durante la Guerra fredda, quando i sottomarini americani riuscivano a condurre operazioni di ascolto su cavi sovietici non criptati. Le attività di spionaggio consentono, tra l’altro, agli Stati di intercettare informazioni nella lotta al terrorismo ma anche informazioni economiche e politiche. Questo giustifica che alcuni Stati prendano precauzioni. Ad esempio, il Brasile ha scelto di far posare un cavo verso l’Europa senza passare attraverso gli Stati Uniti per evitare i “Cinque occhi”, cioè i servizi di intelligence di Australia, Canada, Stati Uniti, Nuova Zelanda e Regno Unito.
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